Attualità

Dissesto idrogeologico, il Forum CNPR: Subito, la programmazione

di Claudio Capotosti -


Oggi, in occasione della Giornata Fao sul Suolo, il webinar “La tutela del territorio per la lotta al cambiamento climatico. Più prevenzione e meno emergenze, è possibile?” promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili presieduta da Luigi Pagliuca, ha raccolto commenti e pareri di molti rappresentanti istituzionali.

“Ho proposto a tutti i partiti e al governo – ha detto Sergio Costa (M5s), vicepresidente della Camera – di scrivere insieme e approvare all’unanimità una norma sul consumo del suolo. Sono oltre 30 anni che il Parlamento ci prova e non si è mai arrivati al punto finale. Una norma che consenta ai sindaci o alle Prefetture di procedere agli abbattimenti. Oggi, in Italia, se ne realizzano mediamente il 30 per cento. Sono troppo pochi. Ogni abbattimento costa mediamente tra i 70 e i 100 mila euro in funzione del tipo di edificio. Sono cifre insostenibili per i tanti abusi che non sono sanabili. Ci vuole un fondo di garanzia, altrimenti i Comuni che intendono procedere su questo piano andranno in dissesto”.

“Il dissesto idrogeologico – ha aggiunto – è una delle più grandi emergenze del Paese: basti pensare che il 94 per cento dei comuni nazionali è sottoposto a questo tipo di fragilità. Eppure, nei decenni sono state stanziate tantissime risorse economiche. Recentemente, con un progetto che ha portato anche la mia firma nel 2019, parliamo del governo Conte 2, sono stati stanziati 11 miliardi di euro nell’ambito del cosiddetto ‘Proteggi Italia’. Il Pnrr  si è aggiunto con altri 2,5 miliardi. Quindi oggi abbiamo nelle casse dello Stato 13,5 miliardi di euro. Il tema non è la mancanza di risorse né passate né attuali, il tema è spenderle bene. Vale a dire fare le progettazioni in tempo utile per rispettare l’urgenza della problematica e oltre le progettazioni gestire le gare e l’esecuzione dei lavori”.

Per Alberto Gusmeroli (Lega), presidente della Commissione Attività Produttive a Montecitorio: “Il boom edilizio non è andato di pari passo con una pianificazione del territorio. Il cambiamento climatico ha aggiunto nuove criticità e non avendo pianificato bene il consumo del territorio, permettendo gli abusi edilizi, la crescita non coordinata del patrimonio immobiliare, ‘tombando’ i torrenti, disboscando indiscriminatamente. Adesso bisogna trasformare una negatività in una nuova opportunità. Occorre investire per la tutela del territorio, facendo attenzione al futuro consumo e intervenendo con grandi progetti di riqualificazione e rinaturalizzazione. Tutto ciò genera occupazione e sviluppo economico. Abbiamo un patrimonio inestimabile da riqualificare, una priorità di questo governo. Così come è stata una priorità destinare due terzi della manovra economica, recentemente approvata dall’esecutivo, a favore di imprese e famiglie per fronteggiare il caro energia”.

Spendere bene le risorse economiche, questo l’obiettivo di Mariastella Gelmini (parlamentare di Azione in Commissione Affari Costituzionali a Palazzo Madama): “E’ fondamentale agire tempestivamente per evitare nuove tragedie come sono avvenute a Ischia, sulla Marmolada e nelle Marche. Il primo atto da compiere è utilizzare in maniera efficace i 15 miliardi di euro che il Pnrr mette a disposizione sul tema della prevenzione. Abbiamo chiesto in Parlamento la ricostituzione dell’Unità di Missione presso Palazzo Chigi, smantellata dal governo Conte. Le competenze – ha aggiunto la senatrice Gelmini – vanno accentrate alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per mettere in campo un coordinamento effettivo con tutte le altre strutture presenti sul territorio. Senza una regia nazionale si perdono tempo e risorse. La priorità della ‘Manovra’ è stata l’energia ma la Legge di Bilancio non affronta nodi strutturali importanti, come quello della difesa del territorio. E rimarchiamo anche l’assenza di una visione industriale: per questo presenteremo emendamenti su Industria 4.0 per favorire il recupero degli investimenti nelle transizioni digitale e ecologica”.

Pino Bicchielli (deputato di Noi Moderati in Commissione Difesa) ha invece evidenziato come “sull’informativa del Governo per la frana di Ischia si è percepito chiaramente il dolore delle famiglie colpite dalla catastrofe. Su questa sofferenza tutte le forze partitiche si sono unite e sono state coese per dare una risposta concreta e immediata alla popolazione isolana. La politica ha il dovere di interrogarsi sui cambiamenti climatici, ma soprattutto sulla fragilità dei territori. Abbiamo enormi responsabilità, visto e considerato che metà dell’Italia non ha un piano geologico, non conosciamo a fondo le criticità del nostro territorio e quando le conosciamo non interveniamo in maniera tempestiva per evitare disastri. Il PNRR non è la panacea di tutti i mali – ha sostenuto Bicchielli – ma al suo interno ci sono risorse dedicate al rafforzamento previsionale degli effetti del cambiamento climatico e capitoli di spesa ben precisi anche per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni legati al dissesto idrogeologico”.

Il punto di vista dei professionisti è stato poi espresso da Antonio Moltelo (commercialista e revisore dei conti dell’Odcec Nola): “Serve un piano urgente per la tutela del territorio e devono essere previsti interventi strutturali e misure adeguate di prevenzione delle catastrofi. Occorre tutelare famiglie e imprese da questi eventi, sempre più frequenti, che oltre a provocare morte e distruzione mettono in seria crisi le economie locali. Bisogna mettere in campo una strategia complessiva prima che accadano nuove tragedie. La manovra del governo Meloni è ormai in Parlamento, ci sono sicuramente tante priorità come l’aumento dei costi energetici ma la difesa del suolo deve necessariamente essere inserita ai primi posti dell’agenda politica”.

Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni, consigliere d’amministrazione della Cnpr: “Il dissesto idrogeologico e la tutela del territorio sono argomento di estrema delicatezza. Alle dichiarazioni unanimi sulle buone intenzioni non sembra però corrispondere una pratica adeguata. Nella Legge di Bilancio, ad esempio, sono stati azzerati i fondi per la costruzione della mappa geologica italiana, lasciando a metà il grande progetto di mappatura dell’intero territorio nazionale. Viene meno uno dei cardini sui quali costruire una strategia degna delle esigenze. Bisogna puntare sulla prevenzione, perché spesso si opera in condizioni di straordinarietà e non si ha la possibilità di ragionare su quello che si deve fare e su ciò che è stato fatto. Resta la necessità impellente di vigilare e tutelare il nostro territorio”.


Torna alle notizie in home