Attualità

Distopie e vecchi complotti: quando l’attacco al ‘sistema’ viene dalle serie di Neftlix

di Ilaria Paoletti -


È facile bollare Netflix e i suoi prodotti come la summa di tutto che non va. Personaggi che assumono fattezze di etnie lontane da quelle dei personaggi storici a scapito della fedeltà alla ricostruzione, tematiche e personaggi Lgbt inseriti a forza e male quando c’entrano come i cavoli a merenda, demonizzazione di tutto ciò è che è identitario … ma abbandonarsi a questa tendenza rischia di trasformarci tutti nella madre di Robertino in Ricomincio da tre di Troisi, quella che accollav

A tutti i mali della gioventù alla comparsa del grammofono. Su Netflix, piattaforma zeppa di contenuti ‘usa e getta’, troviamo opere pericolosamente pessimiste e vicine a contestare lo stesso mondo che le ha partorite. Il primo prodotto che sicuramente viene in mente è la serie britannica Black Mirror, prodotta da Charlie Brooker. Ambientata in futuri molto prossimi (e a rivedere puntate di un paio di anni fa, alcuni episodi ora appaiono d’improvviso profetici) e composta da episodi autoconclusivi, la serie giunta alla quinta stagione è un lungo monito sul rapporto inquietante tra controllo e tecnologia. Sulla falsariga di Black Mirror c’è Love, Death and Robots, serie antologica di animazione per adulti prodotta per Netflix. Ogni capitolo è realizzato da un team di animatori differente, provenienti da paesi diversi, con una tecnica diversa: alcuni sono leggeri, altri decisamente drammatici. Nei vari futuri nero pece e distopici di Love, Death and Robots (del quale a breve uscirà la terza attesissima stagione) ci sono androidi che visitano a mò di parco giochi il nostro pianeta distrutto da una catastrofe, aspirapolveri così intelligenti da diventare assassini e un vasetto di yogurt senziente a cui vengono conferiti pieni poteri … Space Force, spassosa serie creata da Greg Daniels e Steve Carrell, narra le gesta di una forza militare voluta dalla Casa Bianca per riprendere la corsa allo spazio: qui troviamo diverse stoccate all’epica dei conquistatori dei cieli, quella sui “messia” Musk e Bezos. In Inside Job, serie animata statunitense creata da Shion Takeuchi, invece, scopriamo che tutti i complotti sono reali: è la società Cognito Inc. a nascondere le prove sull’esistenza di su alieni, rettiliani e Terra Cava. Sono loro che hanno inventato i selfie. Perché? La risposta è semplice: “così la gente si sorveglia da sé”. Rimanendo in tema di complotti, fresco di uscita su Netflix, c’è la serie comica Il Pentavirato, scritta e interpretata dal comico Mike Myers (Austin Powers). La trama è così semplice da essere geniale: il Pentavirato altro non è se non una società segreta che esiste dai tempi della Peste Nera. A differenza delle altre società segrete, però, i cinque che la compongono sono … buoni.  Il Pentavirato, proprio come Inside Job, “castigat ridendo mores”. E fanno apparire i complottisti assai più svegli dei fact checker: perché in fondo a ogni leggenda c’è una verità.


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