Divieto cellulari a scuola, la lezione estone
Nel Paese guidato da Kristen Michal un approccio diverso: è all'avanguardia nella innovazione educativa
Sessanta Paesi – tranne quello estone – , a livello europeo e globale – tra questi l’Italia – , hanno adottato o stanno adottando il divieto all’uso di cellulari a scuola, basandosi su numerosi studi tra cui quelli dell’Ocse e dell’Oms, che evidenziano effetti negativi sull’apprendimento, sulla concentrazione, e sul benessere psicofisico degli studenti, come ansia e isolamento sociale.
Divieto cellulari a scuola, il Paese estone dice no
Il nostro ministero dell’Istruzione ha disposto da questo mese il divieto d’uso dei cellulari durante tutto il tempo scolastico, motivandolo con queste evidenze scientifiche. Si tira fuori da questo gruppo di Paesi quello estone, che adotta un approccio diverso. Non impone un divieto totale, ma lascia autonomia alle singole scuole per stabilire regole flessibili sull’uso degli smartphone, bilanciando la libertà digitale con la necessità di favorire l’interazione sociale tra gli studenti.
Gli smartphone sono spesso consentiti solo durante le lezioni per attività didattiche su autorizzazione degli insegnanti, mentre il loro utilizzo durante le pause è controllato o limitato in spazi dedicati per ridurre le distrazioni come i social media. Le scuole collaborano con i genitori per promuovere un uso responsabile e sano dei dispositivi. Con l’obiettivo di educare gli studenti a gestire autonomamente il proprio comportamento digitale, sviluppando competenze tecnologiche e senso critico, evitando divieti rigidi e rigidità normative.
Il primato nei punteggi Pisa
Inoltre, l’Estonia sta integrando la tecnologia AI in modo innovativo nelle scuole, fornendo a studenti e insegnanti strumenti avanzati per l’apprendimento, ponendosi all’avanguardia in Europa per punteggi Pisa e innovazione educativa. La politica estone unisce competenze digitali, etica e autonomia scolastica, riflettendo una visione che considera smartphone e AI strumenti essenziali per la formazione di cittadini digitali preparati alle sfide future.
Una strategia che evita divieti generalizzati e punta sull’educazione, la regolamentazione personalizzata e la fiducia nelle scuole e nei docenti, visti come professionisti capaci di gestire l’uso tecnologico in modo equilibrato.
Telefono: risorsa o ostacolo?
Checché si possa pensare di questa policy, c’è da registrare che il Paese guidato dopo Kaja Kallas da Kristen Michal si posiziona così come leader in Europa per l’innovazione educativa digitale, mantenendo un elevato livello di risultati scolastici in contesti europei e internazionali. Per loro, la dimostrazione che un uso ben gestito di smartphone e IA può diventare una risorsa e non un ostacolo per l’apprendimento.
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