Cultura & Spettacolo

Domenica al Museo: alla Corte dei D’Avalos

di Angela Arena -


Come ogni prima domenica del mese si rinnova anche il prossimo 1° giugno l’appuntamento con la domenica al museo che lo scorso 4 maggio ha fatto registrare ben 323.329 presenze nei luoghi della cultura italiana.  

Tra le mete privilegiate, visto il periodo e la coincidenza con il ponte del 2 giugno, Festa della Repubblica, tra le prescelte dai turisti ci saranno anche le località balneari tra cui spicca, soprattutto per il suo ingente patrimonio archeologico e storico, la ridente  cittadina di Vasto, sulla costa abruzzese. 

Nel cuore del borgo teatino, infatti, a poca distanza dall’elegante Piazza Rossetti e alle spalle della Concattedrale di San Giuseppe si staglia, in tutta la sua magnificenza, lo splendido Palazzo d’Avalos emblema di architettura rinascimentale abruzzese della  seconda metà del Cinquecento. 

Diversamente da come appare oggi, l’imponente struttura situata in Piazza Pudente,  fu eretta, per volere del feudatario Giacomo Caldora nel 1472 , sui resti di un edificio del XIV secolo, di cui conserva ancora diversi dettagli decorativi, tra cui una splendida  bifora. 

Incendiato dai turchi, guidati dal famoso Pialy Pascià nel 1566, dell’edificio rimasero  in piedi esclusivamente i muri perimetrali e, solo nel XVI secolo, il Palazzo cominciò  ad assumere sembianze regali, in quanto divenne residenza di rappresentanza della famiglia d’Avalos, dei marchesi di Pescara e del Vasto che ne fecero il cuore pulsante  della loro corte.  

A dirigere i lavori di restauro fu incaricato Fra’ Valerio De Santis, conventuale di San Domenico e molte furono le modifiche apportate: il cortile, che divenne più razionale  con l’aggiunta dì un portico, mentre a levante fu realizzata una spaziosa terrazza per  gli appartamenti marchesali.  

Agli interventi promossi dai d’Avalos si deve l’edificazione a fianco del palazzo di uno  splendido giardino affacciato sul mare di impronta barocca oggi conosciuto come  Giardino Napoletano, odierna location di importanti eventi canori e dibattiti culturali, attraversato il quale si raggiunge la terrazza panoramica a picco sul suggestivo Golfo  D’Oro. 

Gli Spagnoli, la cui signoria nella cittadina abruzzese durò per ben 3 secoli, fino  all’occupazione francese del 1799, diedero un forte impulso all’abbellimento del Palazzo che assunse l’aspetto di una reggia: alla fine del XVII secolo furono realizzati  il grande scalone, il teatro e la cisterna nel cortile.  

Qui risiedette anche Vittoria Colonna, sposa di Fernando (Ferrante) Francesco d’Avalos ma, fu soprattutto tra la fine del XVII e gli inizi del XVIII secolo che, grazie a  Cesare Michelangelo d’Avalos l’edificio fu trasformato in un vero e proprio ritrovo  culturale di artisti e studiosi.  

Ricchissima e curata la biblioteca ed altresì la quadreria presente nel palazzo, ad oggi  dispersa, che contemplava, tra gli altri, opere di Federico Barocci, Annibale Carracci,  lo Spagnoletto, Albrecht Dürer, Luca Giordano, Guido Reni, Salvator Rosa, Pieter Paul  Rubens, Tiziano e il Veronese, mentre, nel piccolo teatro privato interno venivano  rappresentate opere teatrali importanti. 

Dopo l’abbandono della signoria d’Avalos, gli ambienti del Palazzo furono  progressivamente frazionati e rimaneggiati nel 1751 ad opera dell’architetto napoletano Mario Gioffredo. 

Solo nel 1974, quando il Comune di Vasto ne concluse l’acquisizione, iniziarono nuovamente i lavori di restauro; infine a partire dal 2022 quella che fu la sfarzosa  residenza dei feudatari iberici è stata oggetto a lavori di restauro che hanno riguardato tutti gli spazi esterni e interni dell’edificio, riportando all’antico splendore  settecentesco il famoso Giardino Napoletano.  Ad oggi il complesso dispone di sale ed ambienti predisposti e utilizzati per eventi e  mostre temporanee ospitando anche nuovi preziosi reperti di proprietà del nobile casato.  

Inoltre, all’interno di Palazzo d’Avalos al pianterreno, è situato il Museo Archeologico,  fondato nel 1849 come Gabinetto Archeologico Comunale di Vasto, tra i più antichi  d’Abruzzo. 

Qui sono presenti reperti che testimoniano le fasi storiche del territorio, a partire  dall’Età del Ferro fino al periodo frentano (dal IX al III secolo a. C.), ma anche quelli  della fondazione e dello sviluppo della città romana di Histonium.  Tra i pezzi più significativi c’è il raro sarcofago bisomo di Publio Paquio Scaeva e una  lastra di bronzo in lingua osca. All’interno del fastoso Palazzo ai piani superiori è inoltre presente il Museo del  Costume, istituito nel 2000 per iniziativa del Lions Club Host Vasto, dove è possibile ammirare i preziosi abiti ed i corredi abruzzesi risalenti al periodo compreso tra gli  inizi dell’800 e i primi del ‘900 che accompagnavano le spose che lasciavano la casa  paterna, un vero e proprio tuffo nell’identità locale. 

Ad arricchirlo anche culle, corredini per neonati, attrezzi da lavoro femminile, abiti da  cerimonia laddove, nell’ala orientale e in quella meridionale dell’edificio è possibile  ammirare la Pinacoteca che ospita la ricca e preziosa Collezione Palizzi, donata alla  città nel 1898 dai fratelli Giuseppe, Filippo, Nicola e Francesco Paolo Palizzi nati a  Vasto.


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