Esteri

Donbass, offensiva russa a tutto campo per intrappolare gli ucraini in una sacca sul fronte orientale

Mosca: “Stiamo rallentando ritmo per operazioni evacuazione ed evitare così vittime civili”

di Adolfo Spezzaferro -


Le forze russe hanno lanciato un assalto a tutto campo per circondare le truppe ucraine nelle città gemelle di Sievierdonetsk e Lysychansk a cavallo del fiume Severskij Donec, nell’Ucraina orientale. Battaglia che potrebbe determinare il successo o il fallimento dell’offensiva di Mosca a est. Ma lo sforzo bellico russo è concentrato soprattutto nel Donbass meridionale. Anche per intrappolare le forze ucraine in una sacca sul fronte orientale. Pertanto le due città sulle sponde del fiume sono diventate il campo di battaglia principale, con le forze russe che avanzano da tre direzioni per circondarle.

“Il nemico ha concentrato i suoi sforzi per portare a termine un’offensiva per accerchiare Lysychansk e Sievierdonetsk”, ha detto Serhiy Gaidai, governatore della provincia di Luhansk, dove le due città sono tra gli ultimi territori ancora controllati dall’Ucraina. “L’intensità del fuoco su Sievierdonetsk è aumentata più volte, stanno semplicemente distruggendo la città”, ha detto in tv il governatore, parlando di circa 15 mila civili ancora in città.

Intanto Mosca rende noto che le forze russe stanno “deliberatamente rallentando il ritmo delle operazioni speciali in Ucraina per consentire l’evacuazione ed evitare vittime civili”. A farlo presente è il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu, riportato dall’agenzia Ria Novosti. “Affinché i residenti lascino gli insediamenti circondati vengono creati corridoi umanitari”, ha dichiarato. “Le truppe russe, a differenza delle forze armate ucraine, non colpiscono le infrastrutture civili dove potrebbero trovarsi i civili. Le postazioni di tiro e le strutture militari del nemico vengono colpite con l’aiuto di armi ad alta precisione”, ha precisato Shoigu.

Dal canto suo, Kiev riporta che l’esercito russo ha spostato sistemi missilistici tattici Iskander-M nella regione bielorussa di Brest, a una distanza massima di 50 chilometri dal confine con l’Ucraina. Lo scrive su Facebook lo stato maggiore delle forze armate ucraine, citato da Ukrinform, sottolineando la minaccia crescente di attacchi missilistici e aerei dal territorio della Repubblica di Bielorussia. Al contempo il portavoce dell’amministrazione militare regionale di Odessa Sergey Bratchuk rende noto su Telegram che le truppe russe stanno rafforzando le loro unità sull’Isola dei Serpenti per controllare le rotte marittime nel Mar Nero nordoccidentale e allo scopo hanno approntato i sistemi missilistici S-400. Il portavoce ha anche sottolineato che la flotta russa, che comprende navi anfibie e missili da crociera, continua a manovrare nel Mar Nero e “minaccia di colpire non solo Odessa, ma anche altre regioni dell’Ucraina”.

A tre mesi esatti dallo scoppio della guerra, dunque, Mosca sembra intenzionata ad intensificare lo sforzo bellico per conquistare il Donbass e (mine permettendo) prendere il controllo del Mar Nero. Kiev però riceve un continuo, ingente flusso di armi, sistemi missilistici, artiglieria, munizioni, mezzi blindati, e pertanto può resistere ancora a lungo all’offensiva russa. Proprio oggi infatti il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, ha annunciato che i rappresentanti della Difesa di quasi 50 Paesi del mondo hanno concordato ieri, 23 maggio, l’invio di armi più avanzate all’Ucraina, inclusi lanciatori di missili antinave Harpoon per proteggere le sue coste sul Mar Nero. Il generale Mark Milley, capo dello Stato maggiore congiunto delle Forze armate Usa, ha aggiunto si sta valutando anche la possibilità di introdurre nuovi requisiti di addestramento delle truppe ucraine nonché un eventuale schieramento di militari Usa sul territorio di quel Paese. Ufficialmente per ora si parla soltanto di inviare forze speciali a difesa dell’ambasciata americana a Kiev.


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