Politica

Donzelli straparla in Aula e accusa il Pd: è bufera Ora deciderà il giurì d’onore

di Adolfo Spezzaferro -


Autogol politico o pericolosa strategia per annientare gli avversari politici: ieri alla Camera l’attacco di Giovanni Donzelli contro il Pd ha fatto scoppiare una bagarre che è andata avanti per ore sia in Aula che fuori. Sono le 10 e 12 minuti e sono in corso da circa un’ora le votazioni, peraltro all’unanimità, sulla legge che istituisce la commissione Antimafia. L’Aula della Camera sta esaminando gli emendamenti all’articolo uno della legge quando il coordinatore di Fratelli d’Italia, braccio destro di Giorgia Meloni, chiede di parlare per denunciare che “il 12 gennaio 2023, nella casa circondariale di Sassari, Cospito faceva altri incontri, parlava con Francesco Di Maio, del clan dei Casalesi. Ma non è l’unico incontro che ha avuto Cospito – insiste -. Il 12 gennaio 2023, mentre parlava con i mafiosi…Cospito incontrava anche i parlamentari Serracchiani, Verini, Lai e Orlando, che andavano a incoraggiarlo nella battaglia. Allora, voglio sapere, Presidente, se questa sinistra sta dalla parte dello Stato o dei terroristi con la mafia! Lo vogliamo sapere in quest’Aula oggi!”. Parole durissime, accuse inaudite che scatenano la reazione altrettanto dura da parte dei deputati dem. Intervengono Provenzano, Letta, Serracchiani.
Il Pd chiede un giurì d’onore e annuncia iniziative legali per tutelare l’onorabilità del partito e del Parlamento di fronte alle accuse ingiuriose. Soprattutto chiedono l’intervento della leader di FdI, nonchè presidente del Consiglio, che si scusi e che si dissoci dal suo stretto collaboratore. “Le parole di Donzelli sono inaccettabili, gravissime e hanno contenuto e carattere di rilevanza penale e poichè è coordinatore di Fdi e vicepresidente del Copasir ci chiediamo se questa è la posizione della presidente del consiglio Meloni, se lo è, è gravissimo perchè lede l’unità sulla lotta alla mafia che deve trovare tutti uniti”, dice la capogruppo Debora Serracchiani. Ma a Palazzo Chigi tutto tace e in Aula gli interventi di FdI sono ovviamente in difesa di Donzelli. Prende la parola pure il segretario dem Enrico Letta: “Il gruppo di maggioranza relativa ha il compito di far sì che si trovino percorsi utili per tutti sui temi condivisi. Ma ciò si è interrotto con l’intervento fuori luogo di Donzelli. Mi aspettavo che il capogruppo Foti intervenisse per biasimarlo e invece lo ha difeso”. Tommaso Foti, presidente dei deputati di FdI, ha infatti definito l’intervento di Donzelli “assolutamente in tema: alcuni elementi di inquietudine non devono essere soltanto di Donzelli ma di tutta quest’Aula perché la saldatura della mafia e l’eversione politica è stata all’attenzione della magistratura”.
L’Aula viene sospesa, si riunisce la capigruppo, sarà il presidente della Camera, Lorenzo Fontana a trovare una via d’uscita all’impasse, viene assicurato alle opposizioni. Alla ripresa però la polemica continua e i deputati dem si iscrivono quasi tutti a parlare, per attaccare Donzelli in qualità di vicepresidente del Copasir: come è venuto in possesso di queste informazioni su Cospito? “A questo Donzelli che usa le parole come i fascisti usavano il manganello, ha citato parole che un boss dei casalesi avrebbe pronunciato incontrando Cospito e le risposte di quest’ultimo – osserva Walter Verini -. Dove ha sentito ho letto queste parole? Chi gliele ha raccontate? A quali documenti che si trovano al ministero della Giustizia fa riferimento? Sono documenti pubblici o riservati? Sono state compiute violazioni? Chiediamo al Ministro Nordio un chiarimento urgentissimo”. Maria Elena Boschi di Italia Viva chiede le dimissioni dall’organismo di controllo sui servizi, che non deve essere strumentalizzato per la propaganda politica. Donzelli, che fino a quel momento non si è scomposto più di tanto, anzi è andato in Transatlantico a rispondere alle domande dei cronisti confermando di non dover chiedere scusa a nessuno e che è il Pd ad essere ambiguo sul 41 bis, si sente in dovere di chiarire: “Non ho avuto le informazioni dal Copasir perché al momento non ho mai consultato l’archivio del Copasir. Questi documenti sono depositati al ministero della Giustizia e consultabili da tutti i deputati, lo dico senza polemica ma per rispetto delle istituzioni. Se avessi usato il Copasir giustamente avrei dovuto dimettermi”.
Gli animi si placano solo quando Fontana annuncia che il giurì d’onore verrà convocato: “I toni devono sempre mantenersi nell’alveo del rispetto reciproco verso i singoli colleghi e le istituzioni – premette il presidente della Camera -. Stamattina facendo riferimento alle espressioni dell’ultima parte dell’intervento di Donzelli e di altri deputati dell’opposizione, la dialettica è andata oltre rispetto di questo principio. È stato richiesto al presidente di nominare una apposita commissione per verificare la fondatezza delle accuse, l’attivazione potrà senz’altro condurre ad una soluzione”.
In base all’articolo 58 del regolamento di Montecitorio, “quando nel corso di una discussione un deputato sia accusato di fatti che ledano la sua onorabilità, egli può chiedere al presidente della Camera di nominare una Commissione la quale giudichi la fondatezza dell’accusa“. All’organo, detto appunto giurì d’onore, “può essere assegnato un termine per presentare le sue conclusioni alla Camera, la quale ne prende atto senza dibattito né votazione”.
Alla ripresa dei lavori, commissione Antimafia approvata. Tutti d’accordo.


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