Dopo Anchorage, ecco il dissing del “tappeto rosso”
Il Nyt punge Trump sull'accoglienza a Putin: "Nonostante ciò non ha ottenuto l'accordo", Zakharova attacca: "Quanta frenesia..."
La disfida del tappeto rosso, il giorno dopo l’incontro di Anchorage l’accoglienza riservata a Putin al summit in Alaska divide i media e fa ritornare lo scontro tra giornali russi e occidentali. Una polemica su un dettaglio. Del resto, in quest’epoca di comunicazione immediata, sono proprio quelli a fare la differenza. E così la presenza del tappeto rosso ai piedi di Trump e, soprattutto, di Putin ispira il dibattito internazionale a lanciarsi nell’ennesimo scontro di “colore”.
Il tappeto rosso del New York Times
Il titolo è la cosa più importante in un articolo. Lo strillo, per far leggere il pezzo. Per incuriosire il lettore, per offrirgli una chiave di lettura. Ecco, il New York Times una l’ha trovata proprio nel tappeto rosso “steso” da Trump senza riuscire neanche a ottenere la consolazione di “chiudere un accordo”. In estrema sintesi è stata questa l’analisi giunta dai media occidentali che, con ogni evidenza, si aspettavano qualcosa in più dal summit di Anchorage. E, in fondo, ritenevano che la cordialità dimostrata da Trump nei confronti del suo omologo russo sia stata, forse, fuori contesto.
Il tappeto rosso del Cremlino
Il commento al commento, o se preferite il dissing. È pratica che va di gran moda. E non solo tra trapper e personaggi web. Anche, se non soprattutto, tra i politici. Ed è stato così che, come riporta l’agenzia Tass, Maria Zakharova, uno dei volti più arcigni della comunicazione russa, sempre dura con le posizioni occidentali, non s’è lasciata sfuggire l’occasione per dire la sua sulla questione. E su Telegram ha dichiarato che “i media occidentali sono in uno stato di frenesia, che si sta trasformando in vera e propria follia: per tre anni hanno riferito che la Russia era isolata, e oggi hanno visto un tappeto rosso steso per accogliere il presidente russo negli Stati Uniti”.
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