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Dopo la guerra Elsa

di Redazione -


Sono passati ben 37 anni dal 25 novembre del 1985, quando ci lasciò una tra le più apprezzate narratrici del secondo dopoguerra, Elsa Morante.
La scrittrice, saggista, poetessa e traduttrice romana, celebre per i suoi incredibili romanzi, fu la prima donna a ricevere il prestigioso Premio Strega nel 1957 per il suo celebre romanzo “L’isola di Arturo” e il suo libro “La Storia” fu inserito nella lista stilata nel 2002 dal Club norvegese del libro tra i 100 migliori volumi di tutti i tempi, un vero capolavoro del Novecento.
Elsa Morante nacque in via Anicia 7 a Roma e trascorse tutta la sua infanzia nel quartiere popolare di Testaccio. La madre, Irma Poggibonsi, era una maestra ebrea di origini modenesi e il padre, Francesco Lo Monaco, un impiegato delle poste siciliane, di cui venne a scoprire l’esistenza solo a 14 anni. A riconoscerla come sua figlia, infatti, fu Augusto Morante, un sorvegliante di un istituto di correzione giovanile, ai tempi già sposato con la madre. La storia decisamente particolare di questa famiglia è largamente trattata nelle memorie autobiografiche “Maledetta Benedetta” di uno dei suoi quattro fratelli, Marcello Morante.
La piccola Elsa cominciò a scrivere molto presto le sue prime filastrocche e favole per bambini che a partire dal 1933 iniziarono a trovare spazio su vari periodici, come il “Corriere dei Piccoli”, “I diritti della scuola”, il “Meridiano di Roma” e collaborò anche con Ettore Cozzani che tra il 1931 e il 1937 pubblicò delle poesie da lei composte e un suo racconto “Il bambino ebreo”.
Nel 1941 venne pubblicato il suo primo libro, intitolato “Il gioco segreto” e l’anno successivo Einaudi pubblicò “Le bellissime avventure di Caterì dalla trecciolina”.
Grazie al pittore Giuseppe Capogrossi, la Morante conobbe e si innamorò di Alberto Moravia, con cui convolò a nozze nel 1941. La coppia era solita frequentare i massimi scrittori e uomini di pensiero italiani, tra cui Pierpaolo Pasolini, Sandro Penna, Enzo Siciliano, Giorgio Bassani e Umberto Saba.
Elsa e Alberto, durante la seconda guerra mondiale, furono obbligati a rifugiarsi a Fondi, un piccolo paesello in provincia di Latina, la cui ruralità ispirò molto i due autori e si ritrova nel celebre romanzo di Moravia “La Ciociara” e in “La Storia” della Morante.
Nel 1948 l’autrice pubblicò il suo primo romanzo, “Menzogna e sortilegio”, che le valse il Premio Viareggio e che fu pubblicato anche negli Stati Uniti nel 1951 con il titolo di “House of Liars”, una traduzione che tagliò circa 150 pagine al volume originale e che non la soddisfò. Subito a seguire arrivò un periodo che avvicinò molto la scrittrice al cinema e alla radio.
Quasi dieci anni dopo, Einaudi pubblica “L’isola di Arturo” il romanzo, che combina fantasia con temi freudiani, ottenne un gran successo di pubblico e di critica e, oltre ad essere stato premiato, ne fu tratto un omonimo film diretto da Damiano Damiani.
Gli anni successivi furono dedicati ad alcune raccolte di racconti e saggi.
La vita sentimentale della Morante è burrascosa e nel corso del matrimonio con Moravia intrattiene una tumultuosa relazione con il regista Luchino Visconti e successivamente con il pittore Bill Morrow, così la coppia nel 1961 decide di lasciarsi senza mai tuttavia divorziare.
Dopo la morte del compagno americano, però, l’autrice perde l’ispirazione e i suoi scritti diventano sempre più rari e sporadici: lavorò a un romanzo che non venne mai pubblicato “Senza i confronti della religione” e nel 1968 pubblicò una raccolta ispirata anche alle sue esperienze con l’LSD e le altre droghe psichedeliche, “Il mondo salvato dai ragazzini”.
Nel 1974 uscì il libro ambientato a Roma durante la seconda guerra mondiale “La Storia”, che ebbe un clamoroso successo di vendite e di fama non solo in Italia, ma anche a livello internazionale.
“Aracoeli” fu, invece, l’ultimo romanzo della Morante per il quale nel 1984 ottenne il Prix Medicis. Poco dopo l’uscita scoprì di essere gravemente malata e tentò il suicidio ingerendo tre tipi di sonniferi diversi e accendendo il gas, a salvarla fu la sua governante. Ma nel 1985 fu un infarto a portarla via.


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