Politica

DOPO LE FELPE “IN PENSIONE”  ANCHE  LA MASCHERINA DI TRUMP

di Redazione -


 

 

Se il soldato giapponese Hiroo Onoda ci ha messo 30 anni per convincersi che la seconda guerra mondiale era finita, Matteo Salvini ha fatto presto a sbarazzarsi della mascherina “filo Trump” con la quale in solo in queste ultime settimane ci eravamo abituati a vederlo nelle sue tante “comparsate” televisive per coprirsi – suo malgrado – bocca e naso. Suo malgrado perché fino all’ultimo il Capitano, scimmiottando l’ormai ex presidente USA, si era ostinato a negare la pericolosità del Covid.

Ma, prima di capitolare,  ancora un ultimo colpo di coda per testimoniare – lui che alla Casa bianca non hanno mai fatto entrare – la sua incrollabile fedeltà… trumpiana. E (non si sa sulla base di quali prove) si è avventurato in ipotesi di brogli a danno dell’ormai ex presidente. Poi però, come il soldato giapponese depose il suo fucile, anche Salvini si è lasciato convincere, da chi gli vuole ancora bene, a dire che “gli elettori hanno sempre ragione”.

Ma proprio quelli che gli sono più vicino, si stanno da tempo interrogando sulla sua parabola discendente. Dall’agosto del Papeete – sono passati più di due anni – il segretario della Lega (ex Nord ma per colpa del Covid non si sa per quanto tempo ancora ex) non ne ha azzeccata una.

Auto disarcionatosi dal governo ed oramai ex anche di Elisa Isoardi,  Salvini punta a “rifarsi”  in Emilia Romagna candidando Lucia Borgonzoni. Ma perde rovinosamente.

 

PdA


Torna alle notizie in home