Draghi rimodella l’Europa: “Federalismo per uscire dalla crisi”
La proposta dell'ex premier: "Ue fatica a stare al passo in un mondo che è già cambiato"
epa12479275 Italian former Prime Minister Mario Draghi, Asturias Princess Award of International Cooperation, attends the 45th Princess of Asturias Awards ceremony at the Campoamor theater in Oviedo city, Asturias region, northern Spain, 24 October 2025. EPA/BALLESTEROS
“Ci vuole un federalismo pragmatico”, Mario Draghi non si stanca e rilancia l’allarme sul futuro di un’Europa che, mentre intorno il mondo cambia “radicalmente, “fa fatica a rispondere”. L’ex premier italiano, intervenuto ieri sera alla consegna del Premio Princesa de Asturias, ha imposto l’ennesimo bagno di umiltà a una classe dirigente, quella Ue, che continua a non mettere in pratica né i suoi consigli e nemmeno una strategia minimamente credibile per ridare fiato e smalto a un Continente che, oltre a essere “vecchio” per antonomasia, ora sta diventato pure obsoleto.
Draghi, il federalismo e l’Europa col fiato corto
“Il mondo intorno a noi è cambiato radicalmente e l’Europa fatica a rispondere”, ha esordito Draghi. Che ha aggiunto: “Perché non riusciamo a cambiare? Ci viene spesso detto che l’Europa si forgia nelle crisi. Ma quanto grave deve diventare una crisi affinché i nostri leader uniscano le forze e trovino la volontà politica di agire? Dopo la grande crisi finanziaria e quella del debito sovrano la Bce, anche grazie al suo mandato europeo, si è evoluta in un’istituzione più federale: è stata anche avviata l’unione bancaria”. E ancora: “Ma da allora, le nostre sfide sono diventate sempre più complesse e ora richiedono un’azione comune da parte degli Stati membri e riguardano ambiti come la difesa, la sicurezza energetica e le tecnologie di frontiera che necessitano di scala continentale e investimenti condivisi. E in alcuni di questi settori, soprattutto difesa e politica estera, è necessario un grado più profondo di legittimità democratica. Da molti anni non abbiamo modificato la nostra governance”.
Quale sarà il nuovo assetto?
Draghi è sicuro: l’Europa si deve modellare attorno a un’idea di federalismo pragmatico imperniato da “coalizioni di volenterosi”. L’ex presidente Bce ha dichiarato: “Ma, per quanto desiderabile sia una vera federazione, essa richiederebbe condizioni politiche che oggi non esistono. E le sfide che affrontiamo sono troppo urgenti per aspettare che emergano. Un nuovo federalismo pragmatico è quindi l’unica strada percorribile”. E quindi ha proseguito: “Ma, per quanto desiderabile sia una vera federazione, essa richiederebbe condizioni politiche che oggi non esistono. E le sfide che affrontiamo sono troppo urgenti per aspettare che emergano. Un nuovo federalismo pragmatico è quindi l’unica strada percorribile. Nazioni con industrie della difesa avanzate che uniscono ricerca e sviluppo e finanziano appalti congiunti. Leader industriali che co-investono in settori critici come i semiconduttori, o in infrastrutture di rete che riducono i costi energetici. Questo federalismo pragmatico permetterebbe a chi ha maggiore ambizione di agire con la velocità, la scala e l’intensità delle altre potenze globali”.
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