Esteri

Droni russi su Kryvyi Rih. Parigi contro Mosca

di Ernesto Ferrante -


Attacchi russi con droni su Kryvyi Rih, città natale del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il centro industriale è stato per diverse ore al buio. Il governatore della regione, Serhij Lysak, ha parlato di problemi anche in due miniere, dove erano al lavoro 100 operai. Alcuni sono già stati portati in superficie.

Secondo Ukrenerho, le conseguenze principali dell’attacco con aeromobili senza pilota si registrano nelle zone meridionali e centrali dell’Ucraina. I militari ucraini hanno affermato di averne abbattuti 11 su 24.

Le forze ucraine ritengono di aver probabilmente colpito almeno tre aerei russi nel raid del 31 gennaio contro l’aeroporto di Balbek, in Crimea. “La migliore conferma sono naturalmente le immagini satellitari disponibili su Internet, dovesi può vedere qualcosa – ha spiegato il colonnello Yurii Ihnat, portavoce dell’aviazione ucraina, citato da Ukrainska Pravda – Ma una conferma ancora migliore sono i necrologi apparsi sui media russi, il fatto che loro stessi ammettano il danno e diano informazioni in proposito. Come minimo vi erano lì tre aerei e alcuni membri del personale sono stati uccisi”.

Stando ad Anton Gerashchenko, consigliere del ministero ucraino dell’Interno, canali Telegram russi riferiscono dell’uccisione del generale Alexsandr Taranenko, comandante dello squadrone aereo.

La Francia ha confermato la morte di due cooperanti in un bombardamento russo vicino a Kherson. In un post su X, il ministro degli Esteri Stephane Sejourné ha scritto: “La barbarie russe ha colpito dei civili in Ucraina. Due operatori umanitari francesi hanno pagato il loro impegno con la vita. Tre sono rimasti feriti. La Russia dovrà rispondere di questi crimini”.

Allo stesso social si è affidato il presidente francese Emmanuel Macron: “Due operatori umanitari francesi sono stati uccisi in Ucraina da un attacco russo. Un atto vile e indegno”. Il capo dell’Eliseo ha rivolto poi un pensiero “ai loro cari e ai colleghi feriti”, esprimendo solidarietà “a tutti i volontari che si impegnano ad aiutare le popolazioni”.

I vertici di Kiev ammettono pubblicamente degli “errori” nella controffensiva dello scorso anno. Lo scontro in atto da tempo tra il leader Volodymyr Zelensky e il capo delle Forze Armate, Valerii Zaluzhny, è ormai palese. “Per quello che riguarda la controffensiva, sì, c’è un certo retrogusto negativo dopo quello che è accaduto nel 2023”, ha riconosciuto il consigliere della presidenza, Mykhailo Podolyak, in un’intervista all’emittente ucraina Canale 24.

“Ci sono stati errori tattici, i comandanti militari e i leader politici ne parlano – ha aggiunto – Non è un problema, è una guerra. Non è un Paese piccolo con risorse limitate a combattere contro di noi, è la Russia, un Paese grande con un apparato militare e industriale enorme”.

Dopo aver di fatto scaricato Zaluzhny, Podolyak è tornato a chiedere più sostegno ai Paesi europei. “E’ necessario aumentare la fornitura di alcuni armamenti e va risolta la questione delle quantità”, ha detto, rivelando che c’è una certa “stanchezza” su alcuni fronti, come il Donetsk: “Non possiamo fermare la guerra. Dobbiamo cambiare tattica. La strategia non cambia, ma le decisioni operative devono cambiare in base al numero di armi e alle capacità”.

Per Podolyak, “deve essere una cosa inaspettata per la Russia che combatte in modo lineare”. “Dobbiamo privarla, ha concluso, della sua capacità di prevedere cosa farà l’Ucraina”.

Il Cremlino nega di aver ignorato le richieste dell’Ucraina di restituire i resti dei soldati prigionieri di guerra morti nella tragedia aerea dell’Il-76 precipitato nella regione di Belgorod. “Non abbiamo ricevuto alcuna richiesta da Kiev”, ha fatto sapere il portavoce, Dmitry Peskov. Gli inquirenti russi sostengono che l’aereo sia stato abbattuto da un sistema Patriot di fabbricazione americana. E che i test genetici effettuati su 670 resti ritrovati sul sito dell’impatto hanno certificato “senza alcuna ambiguità” le identità dei 65 militari ucraini uccisi.

Le armi più recenti prodotti dall’industria della difesa russa sono migliori rispetto a quelle della Nato. Lo ha sottolineato il presidente russo, Vladimir Putin, nel suo intervento al forum “Tutto per la Vittoria”, a Tula.

“Naturalmente, se confrontiamo le armi moderne della Nato con le armi dell’ultimo periodo sovietico, queste ultime sono inferiori in alcune qualità, tra l’altro, non sempre. Ma se parliamo delle nostre nuove armi, sono chiaramente meglio. È un fatto ovvio”, ha proseguito Putin, citato dall’agenzia Sputnik.

Evidenziata l’esportazione di equipaggiamenti militari “per un valore di miliardi di dollari” e la richiesta crescente, da parte degli acquirenti stranieri, dei sistemi missilistici Pantsir, particolarmente apprezzati.

La Corte internazionale di giustizia dell’Aja, la Corte dell’Onu di grado più alto, ha accolto la querela presentata dall’Ucraina contro la Russia, accusata di aver usato in modo pretestuoso la Convenzione delle Nazioni Unite sul genocidio che l’Ucraina avrebbe commesso nel Donbass per giustificare l’operazione militare speciale iniziata nel febbraio del 2022.

I giudici hanno tuttavia respinto la richiesta ucraina di stabilire se sia stata violata la Convenzione sul genocidio del 1948. La commissione è composta da 16 giudici. Ci vorranno mesi prima che la Corte si esprima.


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