Attualità

Due pitbull uccidono un bimbo di 15 mesi a Eboli nel Salernitano

di Giorgio Brescia -


Ancora un’aggressione mortale da parte di cani pitbull. I fatti a Eboli, dove non c’è stato nulla da fare dopo che due cani di questa razza hanno aggredito un bimbo di appena 15 mesi tenuto in braccio da un parente. Rapidissime, le circostanze dell’accaduto sul quale ora indagano i militari dell’Arma della località in provincia di Salerno.

La tragedia, nella frazione Campolongo a Eboli, nel Salernitano. Un bimbo di 15 mesi è stato azzannato e ucciso da due pitbull. L’episodio è avvenuto nella rima mattinata, mentre il bimbo era in braccio ad uno zio e in compagnia della madre. Secondo una prima ricostruzione, i cani sarebbero entrati all’interno del cortile privato, aggredendo immediatamente il piccolo e gli adulti. Nonostante l’immediato arrivo dei soccorsi, per il bambino non c’è stato nulla da fare. Sul caso la Procura della Repubblica di Salerno ha aperto un’inchiesta. Le indagini sono condotte dai carabinieri della compagnia di Eboli.

Fatti che si ripetono e che ripropongono la necessità di una responsabile cultura del possesso di animali potenzialmente pericolosi (la razza pitbull è elencata tra queste). Il 9 agosto scorso, con un’Ordinanza, il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato ha prorogato le disposizioni previste dalle precedenti ordinanze, confermando, tra l’altro, la possibilità per i medici veterinari libero professionisti di promuovere e organizzare i percorsi formativi volontari, nel rispetto dei criteri stabiliti dall’ordinanza contribuendo così a diffondere in maniera capillare la cultura del possesso responsabile e l’educazione dei proprietari di cani.

Ai fini della prevenzione del rischio di un’aggressione (come quella avvenuta nell’episodio di Eboli ove due pitbull hanno azzannato e ucciso un bimbo, l’Ordinanza ha attribuito un ruolo fondamentale alla responsabilità dei proprietari. Il proprietario di un cane, infatti, è sempre responsabile del benessere e del controllo del proprio animale e risponde sia civilmente che penalmente dei danni o lesioni che può arrecare a persone, animali o cose.

È disposto l’obbligo di utilizzare sempre e in ogni luogo il guinzaglio di una misura non superiore a mt. 1,50 per i cani condotti nelle aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico – fatte salve le aree per cani individuate dai Comuni – e di avere sempre con sé la museruola (rigida o morbida) da applicare in caso di potenziale pericolo, nonché l’obbligo di affidare il proprio animale solo a persone in grado di gestirlo.

Il proprietario ed il detentore devono, inoltre, assumere informazioni sulle caratteristiche fisiche ed etologiche dei cani e sulle normative in vigore. 

Per favorire la formazione e l’acquisizione di adeguate cognizioni sulla corretta detenzione di un cane e ai fini della prevenzione di danni o lesioni ad altri, i Comuni devono mettere a disposizione dei percorsi formativi per i proprietari di cani, con il rilascio finale del cosiddetto patentino.

I Servizi Veterinari delle Asl, nel caso in cui rilevino un rischio, stabiliscono le misure di prevenzione e la necessità di eventuali interventi terapeutici comportamentali cui devono essere sottoposti i cani che richiedono una valutazione comportamentale, in quanto impegnativi per la corretta gestione ai fini della tutela dell’incolumità pubblica, e tengono un registro aggiornato di tali soggetti. I proprietari dei cani iscritti nel registro devono obbligatoriamente stipulare una polizza di assicurazione di responsabilità civile e applicare contestualmente guinzaglio e museruola al proprio animale quando si trovano in aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico.


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