Attualità

DZ Mafia, il narcotraffico sta bruciando la Francia

di Angelo Vitale -


Attacchi a colpi di mitragliatrice contro le carceri, auto incendiate, scritte misteriose lasciate sul posto di ogni azione, uno scenario che aveva indotto la Francia a ritenere necessaria un’indagine antiterrorismo che invece in pochi giorni si è sgonfiata: i procuratori antiterrorismo francesi hanno dichiarato di aver archiviato l’indagine su 30 sospettati collegati a un’ondata di attacchi nelle carceri, stabilendo che gli atti rientrano nell’ambito della “grave criminalità organizzata”, quella della DZ Mafia. Un totale di 30 persone, tra cui quattro minorenni, erano state arrestate negli ultimi giorni durante una serie di retate della polizia in tutta la Francia ma sette di loro sono già state rilasciate senza accuse. Aggressioni che hanno messo in imbarazzo il governo, i cui ministri della Giustizia, Gérald Darmanin, e dell’interno, Bruno Retailleau, si erano spesi promettendo di intensificare la lotta contro il narcotraffico.

Proprio questa la chiave di lettura della vicenda, dietro la quale c’è la travolgente ascesa, in soli due anni, della DZ Mafia, un’organizzazione criminale nata a Marsiglia che ha assunto un ruolo dominante nel traffico di droga e nella violenza legata alla narcodelinquenza in Francia, in particolare nella regione di Provenza-Alpi-Costa Azzurra. Un nome, “DZ”, che deriva da “Dzayir”, in arabo “Algeria”, riflettendo l’origine di molti membri del gruppo. Un cambiamento di paradigma nel crimine organizzato francese, con una “messicanizzazione” del narcotraffico e una crescente violenza che coinvolge sempre più giovani, fruttando cifre da capogiro – Le Monde nel dicembre scorso raccontava che il guadagno giornaliero di sole sei piazze di spaccio di Marsiglia è di 110mila euro – e alimentando una spirale di brutale violenza.

A differenza delle mafie italiane tradizionali come Cosa Nostra, Camorra o ‘Ndrangheta, che sono strutturate in modo gerarchico con una forte verticalità, la DZ Mafia ha una struttura più orizzontale e fluida. Non si basa su un’unica fonte di autorità ma su molteplici centri di potere e influenza, rendendosi più instabile ma anche più agile e adattabile nelle sue azioni e nel reclutamento.

Si caratterizza per un uso spettacolare e mediatico della violenza, con frequenti omicidi commessi da giovani reclute spesso inesperte, reclutate tramite social network come Telegram e Snapchat, un modello che ricorda in parte la “paranza” napoletana ma con una forte componente di esibizionismo e comunicazione pubblica della violenza, cosa meno tipica delle mafie tradizionali che tendono sempre più a mantenere un profilo riservato per non attivare i controlli delle forze di polizia preservando l’obiettivo del business criminale.

Considerata un ibrido tra un cartello messicano e un’organizzazione mafiosa tradizionale, si è resa responsabile di oltre 250 omicidi dal 2010, impegnata in una violenta guerra con il clan rivale Yoda nello scenario della città di Marsiglia, diventata una delle capitali europee del narcotraffico, con 47 omicidi legati alla droga registrati nel solo 2023, molti dei quali attribuiti proprio alla DZ Mafia.

Una organizzazione che sembra avere un progetto criminale di vasta portata, con una struttura gerarchica che coinvolge membri detenuti, liberi o latitanti, con base anche all’estero, in particolare negli Emirati Arabi e nel Nord Africa e si è espansa oltre Marsiglia, con ramificazioni a Nîmes, Tolosa, Digione, Hyères e Seyne-sur-Mer, stabilendo un vero e proprio sistema mafioso con finalità egemoniche.


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