E ora l’Iran minaccia: “Colpiremo Haifa”
L’Iran minaccia di attaccare Israele. Il numero due della Guardia Rivoluzionaria iraniana, Ali Fadavi, ha indicato come “obiettivo” la città di Haifa. “Alcuni considerano un attacco missilistico diretto su Haifa come la linea d’azione più pratica. Porteremo a termine questo compito senza esitazione se sarà necessario e se verrà richiesto”, ha detto il vice comandante dei Guardiani della rivoluzione parlando agli studenti dell’università di Teheran, precisando tuttavia che la decisione non spetta a lui.
Sono oltre cinquemila i morti negli attacchi israeliani su Gaza. Altissimo il numero dei bambini che hanno perso la vita: 2.055. I feriti sono 15.273. La maggior parte delle vittime si conterebbero nel sud della Striscia di Gaza dove i militari israeliani hanno dato ordine ai palestinesi di trasferirsi.
I raid di Tel Aviv si intensificheranno nelle aree del campo profughi di al-Nassr e in quello di al-Shati. Lo hanno riferito ad al Jazeera fonti dell’enclave palestinese, secondo le quali l’Idf avrebbe intimato ai residenti dei campi di evacuarli entro le 16 di ieri.
Tutti gli ospedali della zona “sono a corto di carburante” ed è quinti necessario aprire un corridoio permanente “per evitare una catastrofe umanitaria”. A lanciare l’allarme è stato il ministero della Sanità dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), aggiungendo che “l’assedio in corso ha causato gravi carenze di scorte di cibo e medicine”.
La gravità della situazione è stata confermata dal premier scozzese Humza Yousaf. In un commento riportato dai media britannici, il leader del Partito nazionalista di Scozia ha affermato che alla suocera Elisabetta e al suocero Maged El-Nakla e ad altre 100 persone sono rimaste in tutto solo sei bottiglie di acqua potabile. Tra loro c’è un bambino di due mesi.
Contatti in corso tra Siria e Arabia Saudita. Il ministro degli Esteri siriano, Faysal Miqdad, ha voluto sentire il capo della diplomazia saudita Faisal bin Farhan bin Abdullah “sull’attuale escalation militare a Gaza”.
Il primo ministro palestinese Mohammed Shtayyeh ha condannato le scelte che danno “la licenza di uccidere a Israele”, dopo che Washington e l’Europa, invocando il suo “diritto a difendersi”, si sono astenuti dall’invitare lo Stato ebraico a porre fine alla violenza.
Gli Stati Uniti hanno suggerito a Benjamin Netanyahu di sospendere la sua incursione per consentire la prosecuzione dei negoziati sugli ostaggi, che sarebbero 222, e per consentire l’arrivo di più aiuti ai civili. A riportarlo è il New York Times.
L’esercito israeliano ha reso noto di aver distrutto due droni provenienti dalla Striscia di Gaza. I velivoli senza pilota hanno sorvolato le zone di Nir Oz e Ein HaBesor. Intercettato un terzo aeromobile senza pilota, questa volta partito dal Libano.
Aerei da guerra israeliani hanno colpito la moschea Al-Noor Al-Mohammed, nel quartiere di Sheikh Radwan, portando a 32 il numero totale dei luoghi di culto distrutti nel territorio dal 7 ottobre. Lo ha reso noto il ministero degli Interni palestinese, citato dall’agenzia turca Anadolu.
“Dall’inizio del conflitto abbiamo recuperato oltre mille cadaveri di terroristi di Hamas in territorio israeliano”, ha fatto sapere il portavoce militare Daniel Hagari. “Le ricerche proseguono ed è possibile che questo non sia il numero definitivo. Questo dato, per Hagari, “dà la misura dell’asprezza dei combattimenti avvenuti in quella zona, e dell’eroismo e del coraggio dimostrato dai combattenti israeliani, maschi e femmine, nonché dei civili e di altre forze di sicurezza che hanno affrontato assassini barbari e assetati di sangue”.
Il movimento islamista sunita andrà “avanti fino a una grande vittoria”. Lo ha assicurato il suo leader politico Ismail Haniyeh, asserendo che “i massacri compiuti dall’occupazione cercano di nascondere il loro fallimento di fronte alla resistenza”.
Haniyeh ha definito quanto avvenuto il 7 ottobre scorso come “un colpo devastante” e “un atto glorioso”, ma anche “una pietra miliare e una svolta nella storia del conflitto”. I miliziani di Hamas, ha sottolineato, “hanno demolito la dottrina della sicurezza dell’entità sionista”.
L’obiettivo finale, ha avvertito ancora, è quello di arrivare alla “liberazione”. Gaza, ha concluso, “è testimone e martire dell’era della rinascita, della dignità, della gloria e della forza estrema di fronte all’occupante che usurpa le terre e i luoghi santi”.
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