È risorto…Il turismo
Arriva Pasqua, tornano i turisti. E festeggiano, una volta tanto, le associazioni di categoria. Ci si aspetta molto dal fine settimana pasquale. Ma se il buongiorno si vede dal mattino, i numeri appaiono già incoraggianti per il settore. Assoturismo-Confesercenti stappa la bottiglia migliore. A trainare il comparto, quest’anno, sono le città d’arte. Sono attesi più di 1,7 milioni di turisti con 190mila pernottamenti in più rispetto a un anno fa. Sarà boom di stranieri: gli italiani che si muoveranno saranno intorno ai 780mila ma dall’estero arriveranno ad affollare i musei del nostro Paese poco meno di un milione di persone (980mila). Ormai ci siamo abituati all’ovvia assenza di turisti russi. Ma aumentano, spiegano da Assoturismo-Confesercenti, gli arrivi di statunitensi, francesi, britannici, spagnoli, austriaci, olandesi, polacchi e svizzeri. C’è molta attesa anche sui flussi asiatici (Cina, Giappone e Corea del Sud in prima linea, poi India), quelli latinoamericani (Brasile in testa) e dall’Australia. In termini percentuali, si prospetta una crescita del 12% delle attività per queste vacanze pasquali.
La Fipe prevede affari d’oro per i ristoranti italiani. Le stime della Federazione italiana dei pubblici esercizi parlano di 6,4 milioni di coperti tra Pasqua e Pasquetta. Numeri imponenti che stabiliscono il ritorno ai livelli pre-Covid. Tra i clienti attesi nelle sale dei ristoranti italiani, dicono dalla Fipe, “la maggior parte è composta da residenti (65%), il 28,2% da turisti provenienti da altre città della Penisola, mentre il 6,8% da visitatori stranieri”. Ma quanto spenderanno coloro i quali sceglieranno di pranzare in trattoria? “Per l’occasione, il 68,2% dei ristoranti prevede un menù degustazione composto da 6 portate a un prezzo medio di 62 euro bevande incluse. Il restante 31,9% offrirà, invece, un menù a la carte a un prezzo medio di 55 euro per tre portate (bevande escluse). Nel complesso, la spesa è stimata in 395 milioni di euro. In generale, comunque, nel 76,3% dei casi i menù si caratterizzeranno per un forte legame con la tradizione del periodo pasquale”.
A proposito di cibo, c’è grande entusiasmo anche tra gli agriturismi. La Confederazione italiana agricoltori stima che, tra il pranzo di Pasqua e quello di Pasquetta, sceglieranno di sedersi ai tavoli delle attività agro-ristoratrici ben 1,5 milioni di persone. Per lo più famiglie, con bambini. E comitive. Ogni commensale pagherà tra i 40 e i 50 euro. Due conti rendono l’idea di quale sia il volume d’affari che ci si aspetta per le festività pasquali.
Applaudono anche i pescatori. Gli italiani hanno rispettato i precetti e il digiuno, preferendo mangiare prodotti ittici come impone la tradizione. “Il maggior consumo di prodotti ittici, durante la Quaresima – spiegano da Federagripesca – riguarda un italiano su tre con vendite che registrano +30% e che nel fine settimana di Pasqua diventa anche +50%. Dopo le festività natalizie e le ferie estive, questo è il terzo periodo dell’anno in cui gli italiani mangiano più volentieri prodotti ittici, anche in osservanza all’usanza legata al Venerdì di magro”. E ancora: “La tradizione di mangiare solo proteine ittiche nel venerdì di Quaresima è stata rispettata in modo più marcato al Centro-sud (65%) più che al Nord (35%); in particolare dalle donne (55%) contro il 45% degli uomini e gli over sessanta (70%) rispetto ai più giovani (30%)”.
Mentre c’è chi esulta, c’è pure chi si lamenta. E non poco. I fuori sede, studenti e lavoratori che decidono di tornare a casa per passare le feste con amici e parenti, subiranno un autentico salasso. Lo ha denunciato il consiglio nazionale dei Giovani. La presidente Maria Cristina Pisani afferma. “Studenti e lavoratori fuori sede sono penalizzati anche per il ritorno a casa durante le feste, a causa di un incremento dei costi dei trasporti che, in molti casi, rende più economico un viaggio all’estero. È un problema a cui siamo tristemente abituati. Il problema del tornare dai propri cari aumenta il disagio di una generazione ormai affetta cronicamente da una crisi economica e sociale”. E non è tutto. Perché Pisani, citando i dati Assoutenti, sciorina numeri e cifre di quello che denuncia essere un vero e proprio salasso: “L’aumento del costo dei biglietti aerei, rispetto allo stesso periodo del 2022, secondo Assoutenti, tocca il +71,5%. Un volo, andata e ritorno, Roma – Catania costa fino a 369 euro, mentre un treno Milano – Reggio Calabria parte dai 294 euro della tariffa base. »L’incremento dei flussi turistici, a livello nazionale e internazionale, rappresenta un segnale incoraggiante per il settore turistico e la ripresa economica del Paese. Ma è fondamentale – aggiunge Pisani – che le istituzioni e le aziende di trasporto lavorino insieme per trovare soluzioni che rendano i viaggi più accessibili a tutti, senza penalizzare i cittadini che, fuori sede per motivi di studio o lavoro, vogliono tornare dai propri cari”.
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