Mario Crosta è il direttore generale di Civibank, una storia bancaria sui territori, Emilia Romagna, Friuli, luoghi dove le Pmi sono l’asse portante dell’economia, continuo sviluppo anche fra le banche.
L’integrazione con Sparkasse, quali i vantaggi per famiglie e imprese?
“La nascita del Gruppo Sparkasse rappresenta una grande opportunità, in particolare per due Regioni e per tutti i clienti. Per il Friuli-Venezia Giulia significa che CiviBank viene rafforzata, con ottime prospettive di sinergie tra le due banche e la possibilità di crescere, mantenendo la propria vocazione di banca vicina alle PMI e alle famiglie. Per quanto riguarda il Veneto, invece, questa integrazione offrirà la possibilità sia a CiviBank che a Sparkasse di ulteriori opportunità di sviluppo in un territorio che tuttora sente la mancanza di banche territoriali, con un rapporto più umano e familiare tra i collaboratori che operano nelle filiali e i clienti. Il Gruppo Sparkasse è infatti una realtà moderna che mantiene lo spirito della banca di territorio, ma che ha i numeri e si pone come la prima realtà bancaria con sede a Nord Est, subito dopo le quattro grandi banche nazionali.
Per i clienti significherà quindi poter godere delle dimensioni, con più disponibilità di servizi, offerta prodotti, soluzioni assicurative e anche con una maggiore proposta consulenziale”.
Una integrazione che ha avuto anche voci contrarie…
“Ci sono state al tempo, ormai lontano, dell’Offerta Pubblica di Acquisto, ma la risposta degli azionisti Civibank è stata chiara ed inequivocabile.
L’entrata nel Gruppo Sparkasse permette a CiviBank di contare su un socio di riferimento stabile e solido, evitando il rischio di essere scalata da grandi gruppi, cosa che è accaduta per altre piccole banche locali ed avrebbe comportato la sparizione di marchio ed autonomia. Il Gruppo Sparkasse rappresenta invece un’alternativa alle grandi banche. Ha una dimensione media, senza le fragilità delle piccole realtà, e conserva le caratteristiche di banca locale. L’unione tra Sparkasse e Civibank mette insieme due realtà fortemente radicate nei territori di riferimento, complementari e senza sovrapposizioni territoriali”.
Il rapporto fra cliente e banca negli anni si è sempre più sfilacciato. State mantenendo l’antico dialogo che rese vincente il sistema della popolari in Italia?
“La storia di CiviBank è fondata su una continuità proprio di questo rapporto tra territorio, imprese e persone. La filiera corta è sempre stata la caratteristica vincente del nostro lavoro, e diamo grande importanza alla relazione con il cliente. È anche per questo che siamo diventati una Società Benefit, cioè un’impresa che punta a fare del bene insieme al profitto: vogliamo mettere non solo i nostri clienti al centro, ma tutta la comunità in cui operiamo”.
Covid, dell’energia, il costo del denaro sono elementi che oltre alla ricchezza erodono l’ottimismo, fondamentale per gli investimenti. Quali i suggerimenti per un rilancio del motore nord est?
“La forza del nord est sta nel variegato mix tra grandi e piccole imprese, agricoltura, terziario, turismo. Il rilancio è già in atto, basti pensare ai successi del porto di Trieste, all’attrattività turistica di città come Venezia, ai vantaggi che derivano e deriveranno dalle nuove infrastrutture stradale e ferroviarie. Noi ci poniamo come uno dei baluardi in questo momento di crisi e anche come supporto allo sviluppo di questo territorio. Ad esempio, abbiamo appena varato un plafond destinato alle piccole imprese del Friuli-Venezia Giulia, per aiutarle a fronteggiare i costi delle bollette, sempre più alti a causa della crisi energetica.
Dal nostro osservatorio notiamo che uno dei punti cardine per il rilancio delle imprese è la loro internazionalizzazione. Quanto più sono in grado di andare anche sui mercati esteri tanto più sanno fare fronte alla sfide del mercato interno. L’integrazione con Sparkasse è importante anche per questo, dal momento che possiamo offrire ai clienti “corporate” uno strumento come l’International Desk di Gruppo, fondamentale per accompagnare le imprese nel loro sviluppo all’estero”.
Spesso le integrazioni e fusioni fra banche portano a riduzioni di personale e sportelli, anzi a volte vengono fatte per questi obiettivi, la vostra unione come incide su questi importanti comparti?
“Non è certamente questo l’obiettivo del Gruppo Sparkasse. Le reti delle due banche sono complementari e senza sovrapposizioni. Sparkasse è banca leader nel Trentino-Alto Adige ed ha una forte presenza in Veneto, in particolar modo nel Veneto Occidentale, con la provincia di Verona su tutte. Civibank si sviluppa in Friuli-Venezia Giulia e potrà farlo anche nel Veneto Orientale. Quindi non si punta ad una riduzione di personale e di sportelli, ma piuttosto ad una crescita, come nei casi recenti di nuove filiali Civibank a Padova e di Sparkasse a Vicenza e, prossimamente, a Bologna.
L’obiettivo di questa unione è – come detto – quella di mettere a frutto la territorialità delle due realtà e di crescere, come Gruppo, in aree in cui la presenza può essere ancora più pervasiva, sia da un punto di vista territoriale che di offerta alla clientela. In proposito le cito due ambiti: possiamo garantire un’offerta di alta qualità e “tailor-made” ai clienti “Private” e siamo certamente in grado di andare incontro all’esigenza di velocità e performance da parte dei clienti più giovani e smart grazie ad una piattaforma di servizi online”.