Esteri

Ecatombe in mare, la strage dei migranti in Grecia: “Fino a 600 morti”

di Cristiana Flaminio -


Il naufragio dei migranti a Pylos potrebbe assumere i contorni di un’ecatombe. Le voci dei migranti, dei 104 naufraghi salvati dalle autorità greche, raccontano che il peschereccio trasformatosi in una delle tante, troppe, carrette del mare era pieno fino all’inverosimile di passeggeri. E che, nella stiva del barcone, c’erano decine e decine di bambini.

Le istituzioni elleniche temono che, nella tragedia, possano aver perduto la vita fino a 5-600 persone. Finora, i morti accertati sono un’ottantina ma il bilancio è destinato ad aggravarsi. Atene ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale. Mentre le ricerche e le operazioni di soccorso proseguono a spron battuto, inizia la girandola delle polemiche. Gli aiuti al barcone sono arrivati in tempo? La strage si poteva evitare? Dalle prime evidenze emergerebbe che nessuno, su quel peschereccio, abbia chiesto aiuto. Ma più di un’organizzazione umanitaria impegnata nel Mediterraneo avrebbe smentito la ricostruzione delle autorità greche. Che, adesso, devono fare i conti con l’accusa di essere intervenute quando ormai era già troppo tardi.

La nave si è ribaltata ed è affondata a 47 miglia dalla costa di Pylos, nel Peloponneso. Stando ai rilievi, il peschereccio, a bordo del quale forse viaggiavano, stipate peggio che sardine, quasi 700 persone, era diretto in Italia.


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