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Editoriale

Ecco il nuovo capitalismo made in Trump

di Adolfo Spezzaferro -


Donald Trump blocca i negoziati con il Canada apparentemente per uno spot che osa evocare Ronald Reagan e il libero commercio (ma forse c’entrano di più gli affari di Stellantis). L’ennesima uscita del tycoon ci mostra plasticamente una nuova America: quella che un tempo predicava l’apertura dei mercati oggi si avvolge nella bandiera dei dazi.

Il tempo delle regole condivise è finito, conta solo la sicurezza – soprattutto economica e industriale. Non è un caso se oggi l’unica potenza che veramente fa paura agli Usa è la Cina: Washington centralizza e protegge, proprio come fa (da tempo) Pechino. Dalla “mano invisibile” di Reagan al pugno visibile del sovranismo economico. Gli States oggi sono alle prese con quella competizione globale che avevano creato quando non avevano rivali.

Oggi Trump non sta distruggendo il vecchio capitalismo, li libero mercato, la globalizzazione – che oggi arricchisce la Cina e impoverisce l’Occidente – ne sta conclamando l’avvenuta distruzione. Per questo gli Usa e il loro nuovo, ennesimo capitalismo sono un passo avanti a noi.


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