Ecco la carbonara di pollo sintetico, Coldiretti sulle barricate
La carbonara di pollo sintetico. Già accostare la pasta al pollo è un’enormità. Affiancare il piatto principe della cucina romana alla carne bianca per eccellenza è di per sé un’eresia. Se il pollo, poi, non è d’allevamento ma prodotto dalla lavorazione sintetica delle cellule, la bestemmia è completa. Gli internauti si sono ovviamente sbizzarriti. Tra i (soliti) inviti a difendere la tradizione gastronomica del nostro Paese e alle proposte ironiche e offese di rappresaglie culturali e alimentari nei confronti degli autori di questo che è stato interpretato come un orrore gourmet. Ma Coldiretti ha preso sul serio, molto sul serio, la stravagante proposta di un ristorante di Singapore che propone ai suoi clienti l’elaborazione sintetico-aviaria della ricetta della pasta. “La carbonara di pollo sintetico servita in un ristorante a Singapore è l’ultimo sfregio fatto nel mondo alla vera cucina italiana candidata all’iscrizione nella Lista rappresentativa dei patrimoni culturali immateriali dell’umanità dell’Unesco”, tuonano gli agricoltori. Che rincarano la dose: “La storpiatura delle ricette italiane diventa un fantasy horror a tavola nel quale tutto pare permesso dalla carbonara con panna o besciamella al tiramisù senza mascarpone, dall’olio di semi per la cotoletta alla milanese alla caprese servita con formaggio industriale al posto della mozzarella di bufala o del fiordilatte fino alla pizza nelle versioni più inimmaginabili e immangiabili, da quella con l’ananas a quella di pollo”.
La vicenda è molto più importante di una battaglia tra ambientalisti, vegani e non. Di sicuro, per Coldiretti, c’è il fatto che la proposta della carbonara di pollo sintetico altro non sarebbe che l’ennesimo episodio di italian sounding. In pratica, si danno nomi italianeggianti a piatti e cibi che nulla c’entrano con il nostro patrimonio alimentare e culturali giusto per accalappiare la clientela che, invece, spera di mangiare qualcosa di tricolore. Una battaglia che Coldiretti porta avanti da anni. Perché arreca un doppio danno alle aziende italiane: economico, perché sottrae loro proventi facendo concorrenza sleale, d’immagine perché un cibo non all’altezza rischia di far perdere i clienti a tutto il Made in Italy all’estero.
I numeri sono impressionanti e, secondo un sondaggio che Coldiretti ha commissionato a Noto, “la vera cucina italiana è minacciata nel mondo da una selva oscura di ricette tarocche o quantomeno improbabili con il 60% dei turisti italiani all’estero che si è trovato nel piatto maccheroni con il cheddar, spaghetti con le polpette di carne, rigatoni con pollo e pesto, pasta al pesto proposta con mandorle, noci o pistacchi al posto dei pinoli o spaghetti allo bolognese con ragù e prezzemolo diffusi in tutto il mondo tranne che nella città emiliana”. Ma la galleria degli orrori è pressoché infinita. Pertanto, il presidente di Coldiretti Ettore Prandini tuona: “La mancanza di chiarezza sulle ricette Made in Italy offre terreno fertile alla proliferazione di falsi prodotti alimentari italiani all’estero dove le esportazioni potrebbero triplicare se venisse uno stop alla contraffazione alimentare internazionale che è causa di danni economici, ma anche di immagine. L’agropirateria ha raggiunto i 120 miliardi”.
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