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L’ANNO DEL DRAGONI – Ecco perché l’Ue si oppone all’accordo con l’Albania

di Fabio Dragoni -

Italy's Prime Minister Giorgia Meloni, as he meets Albania ’s Prime Minister Edi Rama at Chigi Palace, in Rome, Italy 6 November 2023. ANSA/GIUSEPPE LAMI


Si chiude il 2023 governato interamente dall’esecutivo di Giorgia Meloni. Ci permettiamo di volare qualche centimetro più in alto rispetto alle imprese del “pistolero Pozzolo” ed alle polemiche dell’opposizione tanto comprensibili quanto molto ma molto resistibili. Proviamo piuttosto a tracciare un bilancio a proposito di uno dei dossier indubbiamente più delicati sui quali l’esecutivo si è misurato certo non brillantemente. Mi riferisco all’immigrazione.

I numeri sono impietosi e non lasciano adito a dubbi. Il governo Meloni sull’immigrazione ha fallito. 157.259 sono gli immigrati sbarcati in Italia dal 1 gennaio al 31 dicembre dell’anno trascorso. Praticamente il 50% in più rispetto ai 103.846 dello stesso periodo del 2022. Addirittura il 230% in più rispetto al 2021 quando al Viminale sedeva l’invisa Lamorgese. Conosciamo tutto di questa storia. I tentativi di Meloni di arrivare ad un accordo con la Tunisia, principale Paese di provenienza degli immigrati.

Gli sforzi titanici di coinvolgimento dell’Unione Europea con tanto di visita a Tunisi del Premier accompagnato dal Presidente della Commissione Ursula Von Der Leyen assieme al premier olandese Rutte. La strategia di convincimento del Consiglio Europeo sulla necessità di fermare prima ancora che suddividere in quote gli ingressi incontrollati. La tragedia di Cutro dove sono morti almeno 180 migranti sbarcati dalle coste turche con tanto di accuse di mancato soccorso da parte del nostro governo.

Il sabotaggio dell’accordo con la Tunisia promosso dalla sinistra a Bruxelles e l’accordo con l’Albania al momento non operativo perché proprio i partiti di destra a Tirana sono ricorsi alla Corte Costituzionale albanese per stoppare la convenzione firmata dal premier socialista con il nostro presidente di destra. Insomma sappiamo tutto. O forse crediamo di sapere tutto. Perché al netto di questi numeri inequivocabili, qualcosa negli ultimi tre mesi è cambiato. Potrebbe essere un trend che ci dice come sulla questione immigrazione clandestina forse qualcosa sta cominciando a girare per il verso giusto.

Ed i tanti sforzi compiuti da Palazzo Chigi sembrerebbero iniziare a dare i loro frutti. Sebbene la cautela sia obbligatoria, l’analisi dei numeri degli ultimi tre mesi sembra delineare una chiara tendenza alla riduzione o comunque alla “normalizzazione” del fenomeno. Ad ottobre sono salpati a Lampedusa 10.277 clandestini; vale a dire quasi il 25% in meno dello stesso mese dell’anno prima. Riduzione che scende al 9% nel mese di novembre ma sale al 45% nel mese di dicembre quando sono sbarcati 4.842 migranti contro i 10.788 del dicembre 2022.

Sembra quindi iniziare a consolidarsi una tendenza alla diminuzione. Quali le possibili spiegazioni? A mio avviso sostanzialmente tre. La prima potrebbe riguardare l’effetto dissuasione nei confronti di chi parte sapendo che potrebbe essere trattenuto fino a diciotto mesi prima di essere messo eventualmente a piede libero. Un piccolo effetto in tal senso potrebbe esserci stato. Vi è poi un secondo tema molto più convincente a mio parere e riguarda l’intensità e la profondità delle relazioni bilaterali fra Italia e Tunisia che potrebbero aver concretamente contribuito a meglio controllare le partenze.

Uno sforzo diplomatico e soprattutto economico a carico della nostra comunità che a mio modesto avviso ha avuto un effetto ancora più importante rispetto alla cosiddetta dissuasione. Ma pure l’annunciata convenzione con l’Albania, ancorché non ancora operativa, potrebbe aver avuto un effetto dirompente nei confronti degli altri partner europei. Provo a spiegarlo in maniera semplice. Il numero degli immigrati che Tirana sarebbe disponibile ad accogliere sarebbe molto basso. Nell’ordine di tremila al massimo in un anno. E perché quindi Giorgia Meloni ha dato così grande rilevanza a questo apparente “accordicchio”?

A modesto parere di chi vi scrive, il messaggio arrivato a Bruxelles, Parigi e Berlino è piuttosto allarmante e così riassumibile: “Occhio che dall’Albania i clandestini potrebbero facilmente dileguarsi ed entrare in Europa molto più facilmente che dall’Italia dove l’occhiuta vigilanza francese, svizzera ed austriaca ai confini rende l’espatrio dei clandestini molto difficile”. In altre parole minacciando di fare sbarcare i clandestini in Albania il problema cessa di essere solo italiano e diventa “molto europeo”. Questo potrebbe aver indotto Bruxelles a fare la sua parte. Nei prossimi mesi vedremo se sarà veramente così


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