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Ecco tutte le riforme che si bloccano

Con il disbrigo degli affari correnti l'esecutivo ha poteri molto limitati.

di Adolfo Spezzaferro -


Con il disbrigo degli affari correnti l’esecutivo ha poteri molto limitati.

Si fa un gran parlare del “disbrigo degli affari correnti”, a cui si limiteranno il premier Mario Draghi e il Consiglio dei ministri fino alle elezioni del 25 settembre. Si tratta di un governo con una capacità di manovra fortemente ridotta. L’esecutivo si limiterà ad assicurare una continuità amministrativa adottando solo atti urgenti. In caso di emergenza però sarà possibile emanare decreti legge. Sarà possibile esaminare i relativi disegni di conversione. Così come i disegni di legge di ratifica dei trattati perché in tal caso adempimenti ad obblighi internazionali. In tal senso, il ministro degli Esteri potrà stendere accordi solo se già preventivamente strutturati. In sostanza, la differenza principale con il governo a pieni poteri è di non poter fare programmazione. Ossia la legge più importante, quella di Bilancio, che sarà messa a terra dal nuovo esecutivo (peraltro necessariamente in tempi strettissimi). La Finanziaria si apre a settembre con il varo della Nadef (ad opera con ogni probabilità del governo Draghi), la Nota di aggiornamento del Def. E si archivia entro dicembre con l’approvazione per il 2023. Va presentata a Bruxelles entro il 15 ottobre, dunque solo venti giorni dopo le elezioni. Fino al voto inoltre non si possono approvare decreti legislativi, salvo eccezioni imposte da scadenze imminenti come la data di settembre per la seconda rata da 19 miliardi del Pnrr. Altra eccezione, sarà calendarizzato un ulteriore Dl Aiuti vista l’inflazione che vola e il caro prezzi. Sono tante e importanti invece le riforme che si arenano. Da quella delle pensioni a quella del fisco, fono al salario minimo e al Ddl Concorrenza. Ma anche il (fortemente divisivo) reddito di cittadinanza, la riforma del reclutamento degli insegnanti. E ancora, la combattuta questione del Superbonus. Invece, Il rinnovo del bonus 200 euro dovrebbe rientrare nel Dl Aiuti bis. Così come la proroga del taglio delle accise sui carburanti.


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