bh

Economia e guerra: senza il gas russo vantaggi solo per la Cina

di Redazione -


Cosa succederà dopo le sanzioni Usa e Europa alla Russia a causa della guerra in Ucraina. La Cnbc ha sentito molti analisti sugli scenari che si aprono per l’economia mondiale.

“Mentre i governi occidentali probabilmente esonereranno le transazioni energetiche dalle sanzioni, la tempesta di nuove restrizioni costringerà molti trader a essere estremamente cauti nel maneggiare i barili russi”, dicono gli analisti della società di consulenza Eurasia Group. “Il gas in transito in Ucraina sarà probabilmente interrotto – aggiungono -, influendo sulle forniture a diversi Paesi dell’Europa centrale e orientale e aumentando i prezzi del gas in Europa”.

Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Unione Europea, Australia e Giappone hanno già annunciato la prima ondata di sanzioni contro la Russia all’inizio di questa settimana. Una seconda raffica di misure è ampiamente prevista a breve. E la Germania ha anche interrotto un progetto di gasdotto altamente controverso, il Nord Stream 2, spingendo a un ripensamento più ampio sulla profonda dipendenza della regione dal gas russo.

L’invasione russa, il fatto è chiaro a tutti, avrà implicazioni di vasta portata per l’economia globale, considerato il ruolo del Paese come secondo produttore mondiale di gas naturale e una delle più grandi nazioni produttrici di petrolio al mondo.

Ora, gli analisti sono profondamente preoccupati per il rischio di un’interruzione completa della fornitura all’UE, che riceve circa il 40% del suo gas attraverso gasdotti russi, molti dei quali attraversano l’Ucraina. Le conseguenze saranno economiche e sociali, intervenendo su uno scenario mondiale fin qui dominato dalla pandemia di Coronavirus.

Gli analisti di Wood Mackenzie sostengono che l’Europa per ora può soddisfare la domanda di gas e si trova attualmente in una posizione migliore rispetto all’inizio dell’inverno. Le prospettive a lungo termine, tuttavia, sono più incerte. Tra loro, Katerina Filippenko ribadisce che “le cose potrebbero ovviamente peggiorare molto” se le esportazioni russe verso l’Europa venissero interrotte. Le conseguenze sarebbero la riduzione del consumo di gas e il riavvio di centrali nucleari e a carbone finora disattivate, oltre all’aumento di produzione locale di gas e di importazioni da altri gasdotti, persuadendo gli acquirenti asiatici a utilizzare il carbone e a liberare il gas naturale liquefatto (GNL). Una soluzione complessiva, però, solo temporanea. Un prolungamento della crisi metterebbe l’Europa di fronte a una situazione catastrofica di stoccaggio del gas vicino allo zero per il prossimo inverno. I prezzi diventerebbero altissimi e molte industrie si fermerebbero, con l’inflazione ai massimi livelli e il rischio di recessione sempre più pressante.

Reoy Vincent, analista di DTN Markets, ha detto alla Cnbc che “È chiaro che sanzionare le esportazioni di energia russe sia in Europa che nel resto del mondo significherebbe la distruzione della crescita economica e dei bilanci pubblici. Le sanzioni contro il petrolio e il gas russi comporterebbero prezzi dell’energia più elevati in tutto il mondo”. Vincent, infine, spiega anche chi ne trarrà vantaggio: “L’infrastruttura dell’oleodotto che collega la Cina alla Russia e la volontà di Pechino di ignorare le sanzioni statunitensi mettono il Paese in una posizione unica. La Cina è probabilmente l’unica grande nazione a livello globale che potrebbe beneficiare di tali sanzioni, poiché assorbirebbe sempre più volumi russi scontati”.


Torna alle notizie in home