Economia

Edilizia, il Centro Studi Argenta SOA: sempre peggio, imprese senza aspettative

di Redazione -


Arretra sempre più la produzione nel settore dell’edilizia. Lo rileva il Centro Studi Argenta SOA: ogni trimestre va sempre peggio, anche questo che sta per concludersi si caratterizza per un trend negativo.

“I dati presentati oggi dall’Istat – dice il presidente Giovanni Pelazzi – sono un chiaro segnale d’allarme di cui la politica deve tener conto. Dalle nostre elaborazioni, nel terzo trimestre la variazione acquisita dell’attività è di -4,7% rispetto al secondo. Al netto di improbabili rimbalzi in agosto e settembre, si va verso un calo significativo della produzione delle costruzioni nella media del terzo trimestre. Sarà il primo arretramento dopo sei incrementi trimestrali consecutivi; la precedente diminuzione si era avuta nel quarto trimestre del 2020”.

Accelera quindi la caduta della produzione nelle costruzioni in luglio secondo l’Istat: -3% rispetto a giugno, quando era già diminuita del 2,3% su maggio. “Si tratta – aggiunge Pelazzi – del quarto mese consecutivo di arretramento dell’attività, che ha registrato una caduta cumulata di ben sette punti percentuali, con i livelli di produzione tornati indietro sui valori di novembre scorso. L’andamento negativo del settore conferma le preoccupazioni che abbiamo sollevato in questi ultimi mesi, già raccolte presso i nostri imprenditori, elaborando i risultati di una survey mensile diffusa alle imprese con attestazione SOA. È vero che sono stati fatti passi avanti con l’emendamento al Decreto Aiuti bis per sbloccare la cessione dei crediti legati ai bonus edilizi – continua Pelazzi – ma non è chiaro ancora quale sarà la risposta del sistema finanziario e soprattutto quali saranno i tempi per la ripresa degli acquisti”.

Peraltro, l’incertezza nella definizione delle regole e i ritardi degli ultimi mesi, secondo Argenta SOA, hanno prodotto uno stato di preoccupazione che ha intaccato sia gli imprenditori che le famiglie, generando rinvii e disdette per i lavori di ristrutturazione.

“Ci sono le condizioni per una “tempesta perfetta” – anticipa Pelazzi – che avrà ricadute molto negative per il settore e per il Paese: gli aumenti dei prezzi delle materie prime; ; i timori sulle prospettive economiche del Paese; l’incertezza politica legata all’esito delle prossime elezioni e alle scelte che saranno fatte per il comparto edile. Questo spiega anche la forte caduta delle aspettative: in agosto, sempre secondo l’ISTAT, sono crollati i giudizi sugli ordini e sui piani di costruzione. Le prospettive sono notevolmente peggiorate”.

Conta ancora il peso del comparto edile, rilevante sia in termini di contributo alla crescita del PIL (tra 2021 e la prima parte del 2022 ha dato il maggiore contributo alla ripresa economica) che in termini di occupazione, dando lavoro a circa 1,7 milioni di persone? Pelazzi risponde deciso: “Non tenere conto di ciò e lasciare cadere nel baratro le richieste degli imprenditori rappresenta, anche per il Governo che verrà, un errore che rischia di gettare sul lastrico molte famiglie”.


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