Editoriale

LA SINISTRA ABRACADABRA

di Tommaso Cerno -

Tommaso Cerno


Come in un film di Harry Potter, la sinistra ha fatto un abracadabra. E ha trasformato per magia il no di Elly Schlein all’uso del Pnrr per le armi in un sì così composto: 8 voti a favore delle armi, un contrario e per non farsi mancare niente sei astenuti. Una sinistra per tutti un po, con un gioco all’Europarlamento che ci spiega come in Europa ci sia una sola linea che si può seguire. Ne deriva un corollario drammatico, ma a cui tutti siamo più o meno consapevolmente abituati: ormai destra e sinistra hanno una sola strategia sulla guerra in Ucraina, che somiglia molto a quella degli Usa e del Regno unito, nel senso che è l’attuazione del loro volere. La guerra si fa, uscirà dai confini ucraina, sarà finanziata con i nostri soldi e le nostre armi e non avrà più come finale un tavolo di pace, bensì una vittoria sul campo. E questo, bisogna dirlo, è proprio quello che Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia vogliono perseguire per propria volontà politica. A differenza di altri, coma la Lega dentro cui i distinguo sono nolti, la stessa Forza Italia che ha tacitato i dubbi di Berlusconi dondolandosi sulla linea ufficiale del ministro degli Esteri Antonio Tajani. E fin qui ci siamo. I soloni che pensavano a una destra filorussa se la mettano pure via. Il problema sta a sinistra. Perché a sinistra, invece, la parola pace fa parte del Dna di milioni di persone. E non può essere pronunciata. Perché a Bruxelles, a Londra e a Washington, passando per la Parigi di Macron, questa parola è sinonimo di vittoria sul campio contro Vladimir Putin a qualunque costo. In gioco c’è il nuovo ordine mondiale, la sfida globale fra Usa e Cina e ben altre questioni che i russofoni del Donbass che nel nostro paese fino allo scorso febbraio ai più sfuggiva persino dove si trovasse, compresi i grandi geni del Palazzo.
Il problema però diventa politico. In un momento in cui il Pd fatica a trovare una linea chiara su molte cose, rifugiato com’è in un antifascismo d’antan che spazia con allegria da Benito Mussolini a Arisa, senza vergogna, il tabù delle armi, cioè il fatto che l’Italia come tutti gli altri pagherà di tasca propria, e a prezzo molto alto, il riarmo dell’Unione e la fase 2 della guerra Mosca-Kiev, porta a un effetto abracadabra come nel castello di Hogwarts. E questo perché il leader progressista-armocromista dovrà destreggiarsi fra le tinte di guerra della Nato in un equilibrio precario di cui abbiamo prova tangibile in queste ore. In Italia, dove tutto è lecito sparare, Schlein riprende in mano il Pd dopo la batosta elettorale con un secco no all’utilizzo del Pnrr per le armi. Cioè dei soldi per gli asili, su cui la sinistra attacca il governo di destra, che a sinistra in Europa diventerebbero soldi per carri armati et similia. Ma i suoi Dem europei hanno già fatto accordi diversi con il Parlamento di strasburgo. Per cui serve una strategia per dire no, ma anche sì allo stesso tempo. E così si progetta un emendamewnto dei socialisti, che viene bocciato dai popolari, in modo da dire ai propri elettori ognuno un pezzetto della verità, con ma morale comune: si useranno i soldi del Pnrr per le armi e tutti zitti.
C’è un però. E cioè che l’abracadabra è talmente evidente, prevedibile, ridicolo che porterà all’effetto opposto di quello per cui l’incantesimo era stato evocato. E cioè quello di aggiungere contraddizione, confusione, silenzi, omissioni in fase in cui la leader del Pd ha invece bisogno di una linea chiara, alternativa alla destra di oggi e non a quella di Mussolini del 1923, capace di mostrare che la sua leadership incide sul partito e sui suoi rappresentanti nelle istituzioni. Altrimenti la campagna elettorale già aperta avrà una sola protagonista , Meloni, con il vento in poppa.


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