Attualità

ELETTRICO IN FRENATA

di Giovanni Vasso -

Power supply for electric car charging. Electric car charging station. Close up of the power supply plugged into an electric car being charged.


Hej, dà. La presidenza svedese Ue saluta (per ora) il ban alle auto a motore termico nel 2035. La decisione è stata comunicata nella mattinata di ieri. L’Europa si pronuncerà sugli obiettivi per le auto ma non lo farà nel consiglio programmato per il 7 marzo. Se ne parlerà “a tempo debito”. Più probabilmente, la discussione è stata rimandata alle calende…tedesche. Difatti, le voci di dentro affermano che è stata la posizione della Germania a mandare tutto a monte. Berlino, nella migliore delle ipotesi (per la Commissione Ue) si sarebbe astenuta. A quel punto, sarebbe stato impossibile portare a casa l’ok dal momento che, guidate dall’Italia, le posizioni di numerosi Paesi sono a dir poco scettiche sui termini stringenti proposti dall’Unione europea in materia di auto elettriche. Il governo federale tedesco non poteva dare un altro dispiacere ai suoi produttori. Che, sebbene siano molto avanti nelle tecnologie elettriche, si trovano a doversi confrontare con lo scetticismo del mercato. Anche in Germania, infatti, senza incentivi il mercato dell’auto elettrica è crollato. Ma c’è di più. Secondo l’Ifo, l’istituto di statistica e ricerca tedesco, le case automobilistiche stanno passando un brutto periodo. Oliver Falck, direttore dell’Ifo Center for Industrial Organization and New Technologies ha rivelato che “i produttori in particolare valutano la loro situazione attuale drasticamente peggiore rispetto al mese precedente”. Lo scetticismo, secondo Falck, deriva “dal fatto che gli acquirenti sono molto cauti in questo momento”. L’aggressività dell’Ue sull’automotive ha scoraggiato le famiglie che, peraltro, hanno serie difficoltà ad acquistare auto elettriche a causa dei prezzi giudicati fuori portata.
Il governo italiano, intanto, esulta per il rinvio. Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin in una nota ha detto: “Il nuovo rinvio in sede Ue sulla decisione riguardante lo stop ai motori termici al 2035 tiene giustamente conto di una forte resistenza di alcuni Paesi europei, con l’Italia in prima fila, a un’impostazione del Regolamento troppo ideologica e poco concreta”. Il ministro ha poi spiegato: “L’Italia ha una posizione molto chiara: l’elettrico non può essere l’unica soluzione del futuro, tanto più se continuerà, come è oggi, ad essere una filiera per pochi. Puntare, inoltre, sui carburanti rinnovabili è una soluzione strategica e altrettanto pulita”. Sul punto, tra Roma e Berlino c’è molta sintonia.
Anche il ministro alle imprese Adolfo Urso rivendica “meriti” al governo: “L`Italia ha svegliato l`Europa e la decisione del rinvio su stop ad auto a benzina e diesel è un segnale importante. Mi auguro che ora ci sia una riflessione comune per una competitività sostenibile anche nel settore automotive”. Per il ministro alle infrastrutture e ai trasporti, Matteo Salvini, è merito del Carroccio se l’Ue (almeno per ora) non si affida in tutto e per tutto a Pechino: “Rinviato a data da destinarsi il voto in Europa sul divieto alle auto a benzina e diesel dal 2035. Un grande segnale arrivato anche grazie alla Lega: è stata ascoltata la voce di milioni di italiani, e il nostro governo ha dimostrato di offrire argomenti di buonsenso sui tavoli internazionali, a difesa della nostra storia e del nostro lavoro. La strada è ancora lunga ma non ci svenderemo alla Cina. La Lega c’è”.

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