Ambiente

ELETTRICO SI PUÒ

di Angelo Vitale -


In Italia, la mobilità elettrica cresce. E il nostro Paese può svolgere un ruolo di primo piano. Lo ribadiscono, per la quarta volta, Fondazione Symbola ed Enel X Way con il report 100 Italian E-mobility Stories, cento storie di eccellenza di imprese, centri di ricerca e associazioni, dal design alla produzione di veicoli, dalla componentistica alle batterie, fino alle infrastrutture di ricarica.
Per il presidente di Symbola, Ermete Realacci, “l’Italia è già in campo nella mobilità del futuro. La filiera raccontata nel report ci dice anche che ha tutte le condizioni per affrontare le crisi”. Parole che combattono ogni possibile incertezza della manovra politica, fin qui – a cavallo tra il governo Draghi e quello Meloni – più ispirata all’attesa di tempi migliori per l’elettrico per salvaguardare un’industria da quasi tutti definita non pronta per adeguarsi agli obiettivi Ue. Anche l’ad di Enel Francesco Starace è propositivo: “La strada del cambiamento è tracciata, come dimostrano i numeri. E ha ampie prospettive di crescita”.

I numeri globali sono noti. Nel mondo circolano 20 milioni di veicoli elettrici per passeggeri, 1,3 milioni di veicoli elettrici commerciali e oltre 280 milioni di ciclomotori, scooter e motocicli elettrici, con una stima al 2030 per un mercato globale superiore al 50%. I principali mercati sono la Cina e l’Europa che nel 2021 ha registrato un +65,7% delle immatricolazioni di auto elettriche o a bassissime emissioni rispetto al 2020 e nel dicembre scorso il sorpasso delle vendite di auto elettriche per la prima volta su quelle dei diesel.
In Italia, il 2021 si è chiuso con con un aumento delle vendite di auto ibride ed elettriche del 199% rispetto al 2020, per il 38,4% del totale immatricolato. Nei primi 10 mesi del 2022, il mercato italiano ha registrato 39.400 unità.

Questi i numeri che ispirano le parole di Realacci e Starace e che si rispecchiano nell’effervescenza e nel dinamismo della filiera: dalle case automobilistiche alle imprese produttrici di e-bike e veicoli leggeri, ciclomotori e autobus elettrici e alle aziende della componentistica che realizzano motori, statori, freni, elettronica, scocche e pacchi batterie.

Fino ai designer, chiamati in tutto il mondo a ripensare le nuove forme della mobilità elettrica. O ai servizi di sharing, le multiutility, le soluzioni per la ricarica. E il report approfondisce anche l’avanzamento dei progetti per la realizzazione di gigafactory, dallo stabilimento FIB Teverola 2 nel Casertano che punta ad aggiungersi all’omonima centrale dalla capacità produttiva di 350 MWh, alle iniziative messe in campo da Italvolt che a regime ospiterà 3 mila dipendenti e sorgerà nell’ex Olivetti di Scarmagno in provincia di Torino. Fino a quelle di Automotive Cells Company, la joint-venture CHE è STATA sviluppata da Stellantis, Mercedes e TotalEnergies e ideata per una produzione di almeno 120 GWh entro il 2030, con una nuova gigafactory negli ex stabilimenti Stellantis a Termoli in provincia di Campobasso.

Progetti in corso e ancora numeri. La crescita della produzione nazionale di automobili elettriche e ibride tre anni fa contava solo per lo 0,1% della produzione complessiva di autovetture, mentre nel 2021 aveva già superato il 40%. Ma anche la produzione di mezzi dell’ultimo miglio, con e-bike e monopattini elettrici, che li afferma come il veicolo condiviso più diffuso in Italia: nel 2021, 1 veicolo su 3 in sharing è stato un monopattino elettrico, che diventano 9 su 10 se escludiamo le automobili.

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