Elezioni Amministrative, Genova e Ravenna al centrosinistra
Il primo turno delle elezioni amministrative si chiude con il centrosinistra che incassa la vittoria in due dei quattro capoluoghi di provincia chiamati al voto. Il comuni di Genova e Ravenna sono infatti stati conquistati da Silvia Salis e Alessandro Barattoni, mentre a Taranto e Matera il colore della prossima amministrazione locale si deciderà solamente tra 15 giorni, dopo i ballottaggi. Il dato politico che emerge da questa tornata elettorale è che, benché non si possa fare un parallelismo tra le amministrative e le politiche, il centrosinistra se corre unito può giocarsi la partita. Certo, trattandosi di elezioni locali anche e soprattutto la scelta dei candidati alla carica di sindaco ha un suo peso specifico assolutamente determinante per far pendere l’ago della bilancia dall’una o dall’altra parte. È il caso di Genova, dove Silvia Salis ha iniziato la campagna elettorale con il vento in poppa ed è riuscita a strappare la città al centrodestra, che la amministrava fino a pochi mesi fa, quando Bucci è stato eletto governatore della Liguria. A Ravenna, invece, il centrosinistra ha avuto gioco facile, complici le divisioni nel centrodestra che non ha corso unito. La Lega si è infatti presentata da sola alle elezioni amministrative con un proprio candidato sindaco. In verità, a guardare numeri e percentuali, benché in politica molto spesso la semplice aritmetica non sia utilizzabile, il centrodestra non avrebbe comunque ottenuto il risultato, neanche se avesse corso unito contro un Alessandro Barattoni che ha quasi doppiato i consensi ottenuti nel complesso da entrambi i candidati sindaci dell’attuale maggioranza di governo. Ma a proposito dell’importanza dell’unità, tornando dall’altra parte del campo, appare sintomatico come negli altri due comuni capoluogo di provincia, Taranto e Matera, dove si andrà al ballottaggio, il Movimento 5 Stelle si sia presentato da solo. Anche in questo l’aritmetica lascia il tempo che trova, ed è dunque inutile interrogarsi se il secondo turno sarebbe stato evitabile nel caso in cui il centrosinistra si fosse presentato unito, ma politicamente la circostanza è, invece, decisamente rilevante. Lo dimostrano le parole di Matteo Renzi, in tante e tante occasioni bersaglio dei veti di Giuseppe Conte, che a scrutini ancora in corso fa presente come “quando il centrosinistra è unito, vince e stravince. Quando il centrosinistra non mette i veti succede che vince”. Un messaggio chiaramente indirizzato ai grillini, che di un’alleanza organica di centrosinistra con anche Italia Viva continuano a non volerne sapere, ma anche a Elly Schlein che Renzi ha individuato come una sorta di garante della coalizione. E il messaggio non è molto diverso dalle parti del Pd con i numeri uno di Camera, Senato e Parlamento europeo, Chiara Braga, Francesco Boccia e Nicola Zingaretti, che affidano a una nota la riflessione per la quale quello delle vittorie e Genova e Ravenna è un giorno importante per tutte le forze del centrosinistra che hanno scelto l’unità e che credono nell’alternativa”. Sulla qualità dei candidati e contro il populismo, probabilmente riferendosi a quello pentastellato, si concentra invece Carlo Calenda per il quale “quando si presentano candidati riformisti, concreti e competenti, il consenso arriva. Le persone non cercano slogan, ma serietà e capacità di far accadere le cose”.
Infine, per quanto riguarda l’affluenza, la partecipazione ha sostanzialmente tenuto rispetto ai dati delle precedenti elezioni amministrative, smentendo – fortunatamente – chi temeva un tonfo. Un elemento che è visto con fiducia dai promotori del referendum che si svolgeranno l’8 e il 9 giugno, sebbene non è affatto detto che in questa circostanza si registrerà il 56,3% di votanti che si sono espressi in occasione delle amministrative. Fosse solo perché l’indicazione del centrodestra ai propri elettori è quella di non andare a votare proprio per non far raggiungere il quorum.
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