Politica

Elezioni regionali PER IL GOVERNO CONTE UN ESAME DIFFICILE

di Redazione -


 

 

Tra poco, il 20 e 21 settembre, gli italiani saranno chiamati alle urne per dire si’ o no al referendum confermativo sul taglio dei parlamentari (i deputati da 630 a 400 ed i senatori da 315 a 200). In base ai sondaggi ed al clima anticasta imperante in Italia da molti anni, il risultato non sembra in dubbio: la vittoria del si’ appare scontato anche perche’ non c’e’ il quorum del 50%+1 da superare e quindi l’assenteismo (arma usata in precedenza dai sostenitori del no per non far affermare i referendum) non e’ un’opzione in campo. Ma molti italiani non dovranno votare solo si’ o no, ma esprimeranno il loro voto anche per il rinnovo di sette consigli regionali e relativi presidenti, nonche’ per numerose amministrazioni comunali (957). Le regioni interessate sono: Valle d’Aosta, Liguria, Veneto, Toscana, Marche, Campania e Puglie. Di queste, quattro sono state governate dal centrosinistra (lquelle del centrosud), una, la Valle d’Aosta, da autonomisti insieme con la sinistra e due (Liguria e Veneto) dal centrodestra. Il voto regionale, per la sua connotazione, e’ quello che piu’ si avvicina a quello politico per cui le forze politiche guardano al responso delle urne con attenzione per capire gli orientamenti del Paese. Quindi, benche’ il presidente del Consiglio Giuseppe Conte abbia tentato di togliere ogni valenza politica al voto regionale, non c’e’ dubbio che questa consultazione avra’ riflessi sul governo perche’ i partiti che lo sostengono – e soprattutto il Pd – non possono non tener conto degli umori degli elettori. Ed il centrodestra punta forte su questa consultazione per dare una spallata al governo, gia’ in difficolta’ per la riapertura delle scuole per i numerosi problemi che deve ancora risolvere a pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico. Tutti i pronostici finora effettuati in base ai sondaggi danno molto probabile una vittoria per 4 a 2 (la Valle d’Aosta non viene considerata per la forte presenza dei partiti autonomisti) del centrodestra che dovrebbe aggiudicarsi Veneto e Liguria, dove sembra non esserci competizione con gli avversari, e Marche e Puglie, dove la lotta sembra piu’ serrata. Al centrosinistra dovrebbero invece restare Toscana e Campania. Ma, mentre per quest’ultima non dovrebbero esserci problemi per la riconferma di Vincenzo De Luca, anche se il presidente e’ alle prese con qualche grana giudiziaria, piu’ complicata e’ la situazione in Toscana, dove i due candidati presidenti Eugenio Giani (Pd) e Susanna Ceccardi (Lega) sembrano divisi da pochi punti. Con il 4 a 2 forse il governo potrebbe reggere alle tensioni, ma un eventuale 5 a 1, con la perdita, dopo l’Umbria, di un’altra storica roccaforte rossa, aprirebbe profonde crepe nel Partito Democratico ed anche la segreteria di Nicola Zingaretti potrebbe essere messa in discussione. Con inevitabili conseguenze sulla alleanza giallo-rossa che sostiene il governo Conte bis. Il voto regionale del 20 e 21 settembre, quindi, rappresenta un esame difficile per l’esecutivo. Si puo’ essere solo bocciati o promossi.

 

Giuseppe Leone


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