Politica

ELLY E I SUOI FRATELLI

di Edoardo Sirignano -

ELLY SCHLEIN POLITICO


 

Elly e i pochi fratelli. Nello scontro tra apparati, quello che fa riferimento all’ex sardina è certamente meno potente rispetto a quello che invece sostiene Bonaccini. De Luca, Emiliano, Nardella, Picierno, Ricci, Decaro, i grandi portatori d’acqua sono schierati quasi da una sola parte. Sul fronte Schlein, restano i soli Franceschini e Boccia. Questi ultimi, pur essendo ancora rispettati, non possono essere paragonati alle ingenti truppe dei sindaci. Area Dem, d’altronde, non può contare sui feudi di una volta, mentre il responsabile enti locali del partito sembra essere circondato nelle roccaforti pugliesi e campane. Gli stessi sondaggi, poi, non sorridono alla novella paladina della sinistra. Stesso discorso vale per le sponsorizzioni de parte dei segretari locali. Le coop e gli ex renziani schierano una macchina da guerra, che sta battendo ogni sezione. La forza del designato Stefano è appunto racimolare tutte le tessere. Un’impresa non impossibile, considerando che sui circoli gli ex renziani sembrano aver disposto i carrarmati, proprio come il Risiko. Ecco perché per la Schlein l’unica strada si chiama metamorfosi. È indispensabile ripartire dalla gente comune, dagli attivisti, da quel popolo ribelle, che pur avendo una regolare iscrizione, non si riconosce nell’establishment. La scelta, d’altronde, di aprire le primarie al popolo del web vale più di mille parole per il volto nuovo del mondo Lgbt. Tutti sanno che tra i corridoi del Nazareno c’è più di qualcuno che al solo termine “rottura” è pronto a brandire le armi. Bisogna, però, cambiare immediatamente lingua. Non parlare più con i segni del gotha, ma utilizzando verbi conosciuti anche da chi non frequenta gli Scientologist. Le persone della strada, quelle che non hanno nulla a che vedere con la casta, quando sentono le parole regole, congresso e via dicendo, scappano. Non basta, comunque, modificare la sola strategia. Occorre mettere volti nuovi in campo. Gli strateghi di una volta non funzionano più, né si può aspettare in eterno l’arrivo dei lettiani. I fedelissimi di Enrico, almeno per il momento, preferiscono starsene in disparte, pur temendo un ritorno dei fedelissimi del giglio. Ci vuole, intanto, chi organizza, chi decide.

La Schlein lo sa bene e pertanto compone quello che già qualcuno chiama il “quartetto”. Il primo nome a farne parte è Marco Furfaro, che sarà il portavoce di Elly. Stiamo parlando di chi ha ottime relazioni nel mondo dei media e della politica. Un profilo, d’altronde, ben visto negli ambienti progressisti, considerando la sua precedente esperienza in Sinistra e Libertà. Stiamo parlando di chi pesca sia negli ambienti vicini a Zingaretti che in quelli che fanno riferimento a Pisapia. Altra prescelta, poi, è Chiara Braga, a cui sarà affidato il compito delle iniziative politiche. Stiamo discutendo, d’altronde, dell’ex vice sindaco di Bergamo, di chi proviene dalla rinomata scuola della Leopolda. Pur essendo il volto dell’ambientalismo, la nativa di Como può rompere e non poco le uova nel paniere ai moderati. Chiara Gribaudo, poi, si occuperà dei comitati. Se non si hanno i circoli a disposizione, è fondamentale che una giovane si adoperi quanto prima per fare rete tra i movimenti presenti sul territorio. L’ex braccio destro di Matteo Orfini potrebbe essere più di una stampella per rimettere in moto l’ingranaggio dei giovani turchi, ovvero coloro che non vogliono trovarsi sotto braccio con i fedelissimi del giglio. Per chiudere la squadra Elly, infine, contatta Marco Sarracino. Il 33enne di Villaricca può essere un valido punto d’incontro sia per mettere insieme i colonnelli scontenti del Sud, sia per dare entusiasmo a quei giovani che non intendono assimilarsi al potentato di Bonaccini. La scelta del capogruppo dem in Europa Brando Benifei, fino a qualche giorno promotore della mozione Schlein e oggi sponsor del governatore dell’Emilia, avrebbe creato qualche perplessità tra i ragazzi che intravedevano in lui un riferimento. Un’opportunità che non può sprecare chi, dopo aver perso gobbe e vassalli, ha il dovere di incentrare tutto su rabbia e malcontento.

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