Politica

Elly o mai più

di Domenico Pecile -

STEFANO BONACCINI CANDIDATO ALLA SEGRETERIA DEL PD ELLY SCHLEIN CANDIDATA ALLA SEGRETERIA DEL PD


“È finito il tempo delle donne vice”. Elly Schlein pronuncia un secco no all’ipotesi di fare la numero due del Pd nel caso Stefano Bonaccini dovesse vincere il duello elettorale. E dopo il “no grazie” l’esponente della Sinistra dem si spinge oltre e afferma: “Credo che il partito necessiti di una guida femminista”. Insomma, per la pasionaria, come ha riferito a Omnibus, su La7, “non ha senso, è finito il tempo del partito patriarcale che vede le donne bene nei ruoli di vice e credo che il partito necessiti di una guida femminista che apra il varco a donne e giovani. Io non ho offerto posti e non mi sono stati offerti”. Tramonta sul nascere, dunque, l’ipotesi – che in diversi all’interno del Pd hanno definito democristiana – di un possibile ticket tra i due contendenti alla segreteria. Anche se Bonaccini ha avuto tutt’altra reazione. Eccola: “Ticket con la Schlein? Se il segretario lo farò io chiederò certamente a Elly di darmi una mano. Se invece dovesse prevalere lei, io, senza chiedere nulla per me, non ne ho bisogno, se vorrà darò una mano. Ho sofferto troppo le divisioni dei gruppi dirigenti e credo che molti elettori si siano allontanati e stufati anche perché c’erano troppe rivalità”. E così iloduello per il dopo Letta riparte proprio da qui. Quello cui stiamo assistendo è uno scontro vero che avrà il suo epilogo soltanto domenica, ai Gazebo. Il duello televisivo su Sky, avvenuto all’insegna del “non facciamoci del male e sposiamo il fair play” non deve tuttavia trarre in inganno sulla spigolosità del confronto. Bonaccini parte con i favori del pronostico che gli sono stati tributati dai circoli, ma la Schlein assicura che la rimonta è possibile, anzi, si dice certa che avverrà. E per il rush finale di domenica la vice di Bonaccini starebbe mobilitando le truppe fedeli alla Sinistra della Cgil. In ogni caso, si dice certa di essere l’unica alternativa a tutto il vecchio del partito, alle sue incrostazioni, alla sua incapacità di parlare al Paese. Bonaccini continua però a sottolineare come sia “evidente che i gruppi dirigenti che hanno guidato il partito in questi anni e che stanno praticamente tutti con Elly Schlein, è giusto che per una volta siedano in panchina”. “Noi – ha poi aggiunto parlando a Grosseto – non dobbiamo allontanare nessuno né mettere nessuno all’indice, però abbiamo bisogno di cambiare gruppi dirigenti che hanno sempre perso a livello nazionale negli ultimi anni, mentre noi vincevamo in tanti territori del Paese”. Intanto, entrambi i candidati si affidano ai sondaggi. Il campione di quello pubblicato da “Porta a Porta” e realizzato da Euromedia Research, rivela che il 48 per cento del campione totale si è espresso a favore di Stefano Bonaccini, mentre tra i soli elettori del Pd la percentuale sale alo 55,1 per cento. Il 13,5 per cento del totale ha optato, invece, per Elly Schlein, che tra gli elettori del Pd si attesta al 21,2 per cento. Gli indecisi nl campione to9tale sono tuttavia il 38,3 per cento, mentre tra gli elettori del Pd sono il 23,7 per cento (indagine realizzata lo scordo 21 febbraio). Giochi chiusi a favore del governatore dell’Emilia Romagna? L’interessata giura che non sarà così, e con lei la Sinistra del partito. Fatta chiarezza sull’ipotesi – tramontata sul nascere – di un possibile ticket, rimane da capire quali saranno gli equilibri interni a seconda che il vincitore sia l’uno o l’altra e soprattutto che tipo di rapporto con gli alleati i due vorranno instaurare. Il vero snodo del futuro del Pd non riguarda tanto i temi sui quali, al di là di alcune sfumature su ambiente, immigrati e giudizi sul governo guidato da Meloni, la convergenza è quasi inevitabile, quanto il futuro complessivo del centro sinistra in Italia visto che il Pd rimane il perno di questo schieramento anche alla luce dei risultati elettorali delle recenti elezioni in Lazio e Lombardia.

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