Attualità

Ema a luci rosse

di Martina Melli -


Una proposta che divide e fa discutere, quella di spostare le sex workers dello storico quartiere a luci rosse di Amsterdam fuori dal centro città. Il motivo è presto detto: Amsterdam è un gioiellino pedonale e ciclabile che, 12 mesi l’anno, viene inondato dai turisti dell’arte, della cannabis e del sesso. Questo nuovo piano di “rilocazione” non punta soltanto a spostare le sex workers ma a inserirle in un contesto più grande e organizzato, un centro completamente dedicato alla cultura erotica, con negozi, musei, ristoranti e locali notturni. Delle tre sedi ipotizzate, due si trovano nel distretto finanziario di Zuid, a dieci minuti dal quartier generale della Ema, la European Medicines Agency (l’Agenzia Europea per la valutazione dei farmaci). La Ema, come è facile immaginare, si è immediatamente lamentata con la Commissione europea del progetto. Secondo l’Agenzia infatti, questo centro causerebbe disturbi, spaccio di droga, ubriachezza e comportamenti molesti; problemi agli oltre 900 dipendenti che vanno e vengono, e ai numerosi delegati internazionali che entrano ed escono dall’edificio, spesso in tarda serata, e soggiornano negli hotel circostanti.
“L’agenzia sta agendo al più alto livello politico e diplomatico appropriato, in pieno coordinamento con la Commissione europea, per garantire un ambiente di lavoro sicuro per il personale e gli esperti”, ha detto un portavoce dell’Ema all’agenzia di stampa ANP. Il sindaco di Amsterdam, Femke Halsema, ha affermato che c’è almeno un chilometro tra lma ed entrambi i siti vicini. “La polizia vede pochi rischi per la sicurezza, e il lavoro sessuale sarà al chiuso, senza pubblico di strada come nel quartiere a luci rosse”, ha detto al quotidiano olandese Het Parool. La città prevede di sostituire 100 delle 249 finestre del bordello nel quartiere a luci rosse di De Wallen con un centro a più piani per la prostituzione e l’intrattenimento erotico, costruito da un imprenditore privato su un terreno cittadino. “Il lavoro sessuale appartiene ad Amsterdam e non scomparirà mai”, ha dichiarato il sindaco in un comunicato stampa. “Ma la situazione nel centro città è insostenibile. La vivibilità è da anni sotto pressione per i residenti a causa del flusso di turisti che regolarmente si comportano male e arrecano disturbo. Creando un centro erotico, ridurremo la pressione su De Wallen e allo stesso tempo creeremo un luogo straordinario in cui le prostitute possano lavorare in sicurezza, legalmente e indisturbate, e i visitatori possono aspettarsi un’ampia offerta di erotismo, cultura e intrattenimento. Ma è importante in futuro che il lavoro sessuale sia fuori dall’atmosfera del crimine, della vergogna. Spero che sia possibile creare un centro erotico che abbia un po’ di classe e distinzione e non un luogo dove si riuniscono solo piccoli criminali, le donne più vulnerabili, ma anche persone che non si vergognano di andarci”. E ha continuato: “Abbiamo in mente un programma mirato alla sessualità e all’erotismo (ad esempio, una conferenza su femdom e femminismo). Ci sarà una “All Welcome House” per ogni sesso, genere e orientamento sessuale, con serate culturali e educative, intrattenimento erotico e corsi di pittura per cittadini e visitatori. Le prostitute saranno situate al piano superiore, mentre l’edificio è destinato a far parte della “vita quotidiana” della città e del quartiere. Puoi entrare in qualsiasi momento della giornata per bere qualcosa, comprare qualcosa di divertente per il tuo partner o vedere una nuova mostra d’arte”.
Phoebe Marsh, coordinatrice del Prostitution Information Center (PIC), ha affermato che un centro erotico “potenzialmente pericoloso” potrebbe aumentare lo stigma e la discriminazione nei confronti delle prostitute senza migliorare la sicurezza. “I luoghi proposti diffondono la narrazione secondo cui il lavoro sessuale è qualcosa di vergognoso, che dovrebbe essere spinto all’estremità della città, ed essere “lontano dagli occhi e dalla mente”, piuttosto che qualcosa che dovrebbe essere abbracciato come una parte normale di l’esistenza umana”, ha affermato in una nota.
La città sta tenendo una consultazione pubblica sul trasferimento, e la decisione finale è attesa in autunno. Se pensato come un centro votato alla cultura del sesso e dell’erotismo a 360 gradi, e alla sua esplorazione – qualcosa che valorizza il significato e l’importanza sociale e culturale del sesso e del piacere fuori da morali anacronistiche e bigottismi – potrebbe essere una buona idea.
Quello che stride un po’ in questa bella proposta, è la “necessità” di rimuovere le sex workers dal centro città. Una mossa che puzza di perbenismo (non a caso il motore principale di questa iniziativa è la volontà di arginare la criminalità e le scene di degrado tra alcol, droga e abusi).

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