Editoriale

Embargo al petrolio russo, rischia di chiudere l’Isab di Priolo. In Sicilia a rischio tremila posti di lavoro

L’accordo raggiunto dall’Ue sul sesto pacchetto di sanzioni alla Russia rischia di far chiudere la più grande raffineria italiana, causando una catastrofe occupazionale nella provincia di Siracusa

di Davide Romano -


L’accordo raggiunto nella notte dall’Ue sull’embargo al petrolio russo rischia di far perdere un punto di Pil alla Sicilia. L’intesa dei 27 sul sesto pacchetto di sanzioni contro Mosca prevede infatti il blocco per il greggio che arriva dalla Russia via mare, mentre resta il via libera per quello che finisce in Ungheria attraverso l’oleodotto Druzhba. E così mentre Orban riesce ad evitare la catastrofe energetica per il suo Paese, l’Italia accetta di condannare alla chiusura l’Isab di Priolo, impianto di raffinazione siciliano controllato dalla russa Lukoil. Due terzi del petrolio russo in Italia arrivano infatti nel porto di Augusta, dove giungono le petroliere che riforniscono l’impianto di raffinazione di Priolo in provincia di Siracusa.

La chiusura dell’Isab di Priolo, la più grande raffineria d’Italia, rappresenterebbe una catastrofe occupazionale per l’area. Con l’embargo al petrolio russo l’impianto di proprietà della Lukoil riuscirebbe a sostenere la produzione per soli altri sei mesi, mandando a casa circa tremila persone tra posti di lavoro diretti e indiretti. Di “conseguenze drammatiche” parla anche la deputata siciliana di Forza Italia, Stefania Prestigiacomo. “Ci saranno gravi ripercussioni sull’economia siciliana e su tutto il sistema degli approvvigionamenti energetici nazionali”, spiega l’ex ministro dell’Ambiente, che prevede una “crisi ‘di sistema’ dalle gravissime conseguenze occupazionali (e quindi sociali) ed economiche”.

“Si stima”, prosegue la Prestigiacomo, “che la chiusura dell’Isab a causa dell’embargo farebbe perdere alla Sicilia 1 punto di Pil per un valore di oltre un miliardo di euro ma, soprattutto, avrebbe un devastante effetto sul lavoro del siracusano, generando un effetto domino in un comparto industriale che in gran parte dipende dall’Isab: ci sarebbero conseguenze su Erg, Air Liquide, Priolo Servizi e in parte Versalis. Una Caporetto sociale dalle proporzioni che non si possono ignorare e che è ampiamente annunciata”.


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