Il Pd vuole definanziare il Ponte sullo Stretto, Avs rilancia la patrimoniale. Lega su sanità (e banche). Il caso delle riserve auree di Bankitalia
C’è di tutto, e pure di più, tra gli emendamenti segnalati dai gruppi parlamentare alla Manovra. Dalle riserve auree dello Stato fino al Ponte sullo Stretto, passando per la patrimoniale e la “fine” della missione in Albania. I partiti hanno deciso di giocare fino in fondo le loro carte. E non certo perché ritengono che Giorgetti possa, davvero, allargare i cordoni della borsa. Ma, più prosaicamente, perché il dibattito sulla manovra sarà la prosecuzione dello scontro politico.
La carica degli emendamenti segnalati: il Pd non vuole il Ponte
Puntuali, ieri alle 16, i rappresentanti dei gruppi hanno consegnato gli emendamenti segnalati. Da 5.700 sono scesi a 400, suppergiù. Tutti i gruppi hanno potuto presentare i loro correttivi. E l’opposizione non s’è fatta certo pregare. Il Partito democratico è partito lancia in resta contro i temi che più stanno a cuore alla Lega. Ha chiesto di eliminare le norme relative ai Lep, i livelli essenziali delle prestazioni, centrali (e decisivi) per l’autonomia regionale. E poi il colpo al cuore del vicepremier Salvini: il definanziamento del Ponte sullo Stretto di Messina. Tra le 70 proposte recapitate dai dem, c’è pure quella legata alla revisione del taglio della seconda aliquota Irpef: portare l’aliquota al 32% (dall’attuale 33%) anticipando a 60mila e non più a 200mila la soglia che fa scattare la sterilizzazione. Ipotesi molto simile a quella presentata da Forza Italia. Sempre dal Pd l’emendamento che punta a vietare alle banche di rifarsi su correntisti e utenti per il contributo richiesto dal governo.
Il reddito di cura M5s, la patrimoniale Avs
C’è poi Alleanza Verdi e Sinistra che, invece, ambisce a portare nel dibattito parlamentare il tema della patrimoniale. Tra gli emendamenti segnalati da Avs, poi, la proposta per una nuova “scala mobile”. Il M5s segue la sua strada e propone il reddito. Non di cittadinanza, ma di cura a favore dei caregiver che prestano attività di assistenza a domicilio ai disabili gravissimi. Un assegno da 4-600 euro da riconoscere anche a chi convive e presta cure a titolo non professionale. Tra le altre proposte dei pentastellati c’è pure l’allargamento della platea dei lavori usuranti, ai fini pensionistici, per le categorie degli infermieri, Oss, tecnici sanitari e operai agricoli. Proposta, inoltre, una no tax area per i redditi inferiori a 20mila euro.
Le proposte del centro
Azione con Carlo Calenda ha segnalato otto emendamenti segnalati, tra cui uno per i libri di testo scolastici gratuiti per la scuola dell’obbligo, la no tax area per gli under 35, la riapertura delle gare per la concessione della distribuzione dell’energia e una nuova Industria 4.0. Italia Viva porterà in Aula l’ipotesi della Start Tax e la sospensione della missione in Albania, tema caro a Matteo Renzi nel confronto politico con Giorgia Meloni. I Moderati di Lupi propongono di portare la cedolare secca per gli affitti lunghi al 15%.
Mes, rottamazione e sanità: la lista della Lega
E poi c’è la Lega che non molla su alcune delle sue proposte bandiera. A cominciare dalla rottamazione allargata, proseguendo poi per la cancellazione dell’aumento dell’età pensionabile prevista nell’attuale impianto della manovra fino a più fondi per le forze dell’ordine in strada. Quindi il piano sanità da 1,5 miliardi che è stato presentato ieri dal capogruppo alla Camera Riccardo Molinari da finanziare inasprendo le tasse su banche e assicurazioni. Spunta poi la proposta di vendere le quote che l’Italia conserva del Mes.
Il caso delle riserve auree
Forza Italia, già da tempo, ha rivelato di voler intervenire su affitti brevi, sicurezza e sulla doppia tassazione dei dividendi tramite (anche) la rivalutazione dell’oro. E a proposito di oro, la scena ieri se l’è presa tutta l’emendamento presentato da Fratelli d’Italia sulle riserve auree: “Le riserve auree gestite e detenute dalla Banca d’Italia appartengono allo Stato, in nome del popolo italiano”, firmato Maran. Una riga da cui zampillano ettolitri di inchiostro. In pratica si tratterebbe di riportare la “proprietà” dell’oro allo Stato. Una questione di non poco conto dal momento che era stata già sollevata nei giorni scorsi da un altro (ex) statista al di sopra di ogni sospetto: Romano Prodi. L’ex premier aveva chiesto di seguire l’esempio francese e di riportare in Italia i lingotti custoditi a Fort Knox. Perché fidarsi è bene, non farlo è meglio. Adesso, però, tocca passare per le forche caudine del vaglio di ammissibilità. Da 5.700, gli emendamenti sono già diminuiti a meno di un decimo, superando di poco i 400. Tra venerdì e al più tardi martedì, il loro numero potrebbero diminuire ulteriormente.