Esteri

Energia, il patto di Alicante

di Domenico Pecile -

ANTONIO TAJANI MINISTRO


“Grazie mille ma non sarò fisicamente con voi a causa dell’influenza, ma rimarrò in stretto contati per continuare il lavoro di EUMed9. Il governo italiano sarà presente con il vice premier e min stro degli Esteri, Antonio Tajani”. Lo ha scritto il premier Gorgia Meloni rispondendo via Twetter al primo ministro spagnolo Pedro Sanchez. Che ieri ha inaugurato, ad Alicante il vertice EUMed9, dei Paesi del Sud Europa (Italia, Spagna, Francia, Portogallo, Grecia, Cipro, cui si sono aggiunte anche Slovenia e Croazia), che parte dai problemi energetici. I rappresentanti si sono poi spostati alla Ciuad de la Luz per le due sessioni del summit. “Siamo il 46% della popolazione europea e rappresentiamo il 1,5% del Pil dell’Unione europea. Per questo l’azione dei Paesi del Sud nell’Europa deve essere coesa. Strategia comune sul fronte economico, energetico e migratorio”, è stato il primo commento di Tajani. Che volutamente tra le priorità dell’Ue ha voluto sottolineare il problema dell’immigrazione (che ufficialmente non era in agenda) a rimarcare che il Governo italiano vuole mantenere altissima l’attenzione, giocando un ruolo di primattore, senza temere il braccio di ferro con l’Eliseo. I lavori – presenti anche il presidente francese Emmanuel Macron e la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen) – vertevano sul sostegno all’Ucraina, i problemi economici e sociali, le politiche per la crescita e la stabilità, gli investimenti comuni in coerenza con Next generation Ue per proteggere famiglie e imprese dal caro energia e vincere le sfide della difesa e della transizione energetica e digitale. Al centro, ieri, il progetto H2Med per un corridoio marittimo per l’idrogeno fra la penisola iberica e la Francia, tra Barcellona e Marsiglia, che sarà pronto entro la fine del decennio. Il costo del progetto – che sarà presentato alla Commissione Ue entro l 15 dicembre – è stato stimato in 2,5 miliardi di euro. “L’idrogeno è una svolta per l’Europa. Vogliamo fare dell’idrogeno – sono state le parole della Von der Leyen – un elemento centrale del nostro sistema energetico nella transizione all’obiettivo dello zero emissioni. E per questo due anni fa abbiamo identificato la necessità di un sistema di corridoi principali per portare l’idrogeno dove serve”. L’accelerazione a questo progetto – è stato rimarcato – è anche una risposta alla necessità di affrancare energeticamente l’Ue dalla Russia. Nel piano complessivo, infatti, Bruxelles ha fissato l’obiettivo di produrre 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile nell’Unione europea entro il 2030. Insomma, la nuova infrastruttura per il passaggio dell’idrogeno ha tutte le carte in regola per rappresentare un primo tassello dell’ossatura dell’idrogeno. Non solio, ma l’Ue – è stato sottolineato – continuerà a lavorare alacremente per creare una più estesa partnership per l’idrogeno verde con tutti i Paesi del Mediterraneo meridionale. Dunque, la penisola iberica è destinata a candidarsi come uno dei principali hub energetici dell’Europa. Il premier portoghese Costa ha voluto rassicurare i partner sul fatto che la nuova infrastruttura non sarà utile soltanto al fabbisogno di singoli Paesi, ma al passaggio dell’idrogeno anche a tutto il resto del continente europeo. Ma come detto, l’Italia vuole mantenere alta l’attenzione anche sul problema immigrazione. E se Tajani lo ha potuto appena accennare ad Alicante, da Roma è arrivato un altro “avvertimento” a Macron da parte del vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri. Che ha ribadito come i confini del Mediterraneo sono i confini dell’Europa e dunque il problema riguarda tutti. Quanto alla querelle con la Francia, Gasparri sostiene che il dialogo resta aperto (a breve ci sarà un vertice), ma ribadisce che il nostro Governo agisce su mandato popolare, mentre Macro è un presidente senza maggioranza “concentrato a dimostrarsi forte per non perdere altri consensi”. Insomma, sono affari suoi, noi dobbiamo pensare a bloccare gli arrivi irregolari e le Ong che fiancheggiano i trafficanti. L’obiettivo? “Fare entrare un numero limitato di persone per accoglierle con dignità e offrire possibilità di lavorare senza essere sfruttati”.


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