Eni Plenitude, la Guardia di Finanza negli uffici per l’istruttoria dell’Antitrust
Stefano Goberti, ad di Eni Plenitude
L’Antitrust ha avviato un’istruttoria nei confronti di Eni Plenitude per “possibile pratica commerciale scorretta”, la Guardia di Finanza e funzionari dell’Authority hanno fatto un’ispezione negli uffici della società del Gruppo guidato da Claudio Descalzi nata nel 2017. Al centro dell’istruttoria “le modalità per comunicare il rinnovo delle condizioni economiche di fornitura e la mancata adozione di misure per gestire le comunicazioni non andate a buon fine”.
Nel periodo maggio-settembre 2024 numerosi consumatori avevano segnalato all’Antitrust d i aver subito il rinnovo delle condizioni economiche di fornitura delle offerte di luce e gas senza ricevere la preventiva comunicazione da parte della società. Eni Plenitude, infatti, nonostante un numero rilevante di comunicazioni inviate non risulti essere andato a buon fine, avrebbe comunque proceduto al rinnovo delle condizioni economiche di fornitura, precludendo agli utenti l’esercizio del diritto di recesso.
La società – da più di tre anni guidata dalla presidente Rita Marino e dall’ad Stefano Goberti – si dice “convinta della correttezza del proprio operato”. La notizia, intanto, ha rinnovato le proteste delle associazioni dei consumatori. “Da tempo abbiamo chiesto al legislatore e ad Arera di togliere il silenzio assenso rispetto a questo tipo di comunicazioni – afferma Massimiliano Dona, dell’Unione consumatori -. Troppe le segnalazioni di consumatori letteralmente cascati dalle nuvole a fronte di una variazione unilaterale delle condizioni contrattuali o di un rinnovo delle condizioni economiche che implica un aumento dei prezzi”. Il Codacons, invece, già pensa, in caso di accertate irregolarità, a “possibili forme di indennizzo in favore dei clienti coinvolti, anche sotto forma di sconti sulle bollette. “Il recesso è un diritto dei consumatori che deve essere sempre fatto valere”.
Non è la la prima volta che la società del Gruppo Eni finisce nel mirino dell’Antitrust: nel novembre 2023 era finita tra le sei società (con Enel Energia, Acea Energia, Iberdrola Clienti Italia, Dolomiti Energia ed Edison Energia) cui l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato aveva irrogato sanzioni per oltre 15 milioni di euro per pratiche commerciali aggressive circa l’aumento di luce e gas.
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