Cronaca

Ennesima tragedia del mare al largo di Lampedusa

di Maurizio Zoppi -


Su un barcone, soccorso dalla Guardia costiera su cui viaggiavano una sessantina di migranti, i soccorritori hanno trovato i corpi senza vita di due fratellini. Si tratta di due neonati di circa un mese, morti durante la traversata. Insieme ai genitori erano partiti da Sfax in Tunisia.

Una storia che si ripete: a Lampedusa continuano ininterrottamente gli sbarchi. 500 è il numero delle persone che sono state accompagnate al molo Favaloro di Lampedusa la scorsa notte (24 ottobre ndr). A Pozzallo invece sono arrivate 147 persone delle 400 salvate ieri notte dalla Guardia Costiera italiana, che ha risposto alla richiesta d’aiuto arrivata da un barcone in difficoltà di fronte alle coste della Sicilia. Un’emergenza senza fine quella della siciliana rispetto ai migranti che si cristallizza nelle parole del sindaco di Lampedusa Filippo Mannino: “Fra un po’ finiremo anche le bare. Di fronte a quello che stiamo affrontando, siamo totalmente disarmati, umanamente e logisticamente. Pensiamo sia necessario un commissario che si faccia carico della situazione. Come comune di Lampedusa, rischiamo di non avere le forze. Non possiamo lasciar morire tutta questa gente, non è umanamente accettabile”.

Nel frattempo, che Nello Musumeci, ministro del Mezzogiorno e del Mare, è in attesa di ricevere le deleghe, il leader della Lega, Matteo Salvini, nonché ministro delle Infrastrutture, proprio in queste ore tiene a precisare che: “Mi occupo di terra e di mare”. Poi lancia un plauso al ministro del Viminale, Matteo Pantedosi a seguito di una direttiva emanata in queste ore:  “Bene l’intervento del ministro a proposito di due Ong: come promesso, questo governo intende far rispettare regole e confini”. Insomma le coste e i porti, a quanto pare sono ‘roba sua’.

Proprio il titolare del Viminale ha spiegato che le operazioni in queste ore della Ong norvegese, Ocean Viking e della tedesca Sos Humanity sono state svolte “in piena autonomia e in modo sistematico, senza ricevere indicazioni dall’Autorità statale responsabile di quell’area Sar, Libia e Malta, che è stata informata solo a operazioni avvenute”. A questo si riferiva la direttiva emanata in mattinata del 25 ottobre – e rivolta ai vertici delle forze di polizia e della Capitaneria di porto – nella quale è scritto che “le condotte delle due navi in navigazione nel Mediterraneo non sono in linea con lo spirito delle norme europee e italiane in materia di sicurezza e controllo delle frontiere e di contrasto all’immigrazione illegale”. Nella direttiva viene poi citato l’articolo 19 della Convenzione internazionale delle Nazioni unite sul diritto del mare, spiegando che “il passaggio delle due navi può essere considerato pregiudizievole per la pace, il buon ordine e la sicurezza dello Stato costiero, e quindi aprendo alla possibilità da parte del Viminale di valutare il divieto di ingresso nelle acque territoriali”.


Torna alle notizie in home