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Eredità Agnelli: Margherita fa gol ancora ai tre figli

di Ivano Tolettini -


Per quale motivo la 69enne Margherita Agnelli, figlia dell’Avvocato, segna un altro gol giudiziario ai tre figli di primo letto John, Lapo e Ginevra Elkann nella battaglia campale per la divisione della miliardaria eredità dei genitori Gianni e Marella, di cui non avrebbe beneficiato in parte perché le sarebbe stata nascosta? Perché nei giorni scorsi il Tribunale civile di Torino ha dato ragione ai legali di Margherita facendo acquisire agli atti della causa civile da lei avviata nel 2022, i documenti dell’inchiesta penale dalla Procura della Repubblica contro i tre fratelli Elkann, il commercialista di fiducia dei genitori, Gianluca Ferrero, che è presidente della Juventus, e il notaio Robert von Grunigen, esecutore testamentario e amministratore dell’eredità di donna Marella, per la presunta truffa erariale ai danni dello Stato per il mancato versamento delle tasse sull’asse ereditario di 734 milioni di euro che giaceva alle Isole Vergini Britanniche. Le indagini penali vogliono accertare se Marella Caracciolo in Agnelli, madre di Margherita e nonna degli Elkann, aveva risieduto davvero in Svizzera all’epoca dei patti successori con la figlia oppure si trattava di una residenza fittizia – tesi dell’accusa – e in quel caso sarebbero invalidati perché privi di efficacia per il diritto italiano. Com’è noto, Margherita dopo avere firmato un patto transattivo con la madre il 18 febbraio 2004 in base al quale rinunciava alla successione del padre Gianni, morto il 24 gennaio 2003, e quindi avere sottoscritto anche di rinunciare all’eredità della madre (2 marzo 2004) in cambio di 1,3 miliardi di euro, si è rimangiata tutto perché successivamente aveva scoperto che le sarebbe stato nascosto il tesoro del padre occultato nei paradisi fiscali di valore ingentissimo. Pertanto l’accordo tombale dovrebbe essere disseppellito. Per questo, a tutela dei cinque figli De Pahlen avuti in seconde nozze, ha agito sul fronte civile e penale per vedere riconosciuti i propri presunti diritti. Dunque, la figlia con la causa civile nello specifico ha chiesto che sia invalidato o reso inefficace il testamento della madre, spirata il 23 febbraio 2019, firmato davanti al notaio il 12 agosto 2011, con aggiunge del 14 agosto 2012 e del 22 agosto 2014, per far dichiarare aperta la successione legittima. Il grimaldello è la veridicità o meno della residenza di Marella Caracciolo in Svizzera all’epoca della firma degli accordi successori. Che a cascata va a condizionare anche il piano tributario perché se risultasse che Marella Caracciolo aveva sempre risieduto in Italia, andrebbero pagate le tasse relative alla Repubblica. Si spiega perché alla lettura del dispositivo da parte del giudice civile Nicoletta Aloj che ammette la produzione degli atti della Procura in base ai quali è stato disposto il sequestro agli indagati di case, soldi e titoli per 74,8 milioni di euro perché non sarebbero state pagate le tasse dagli Elkann sulla successione, gli avvocati di Margherita hanno fatto sapere ai cronisti “di prendere atto con soddisfazione che in pieno accoglimento di quanto chiesto” è stata ordinata “l’integrale acquisizione nel processo civile di tutti gli atti e i documenti relativi ai riscontri del procedimento penale” scaturiti da un dettagliato esposto di Margherita. Quest’ultima chiede ai giudici civili di essere l’unica erede legittima della madre e di stabilire la quota di riserva che le spetta, dopo avere valutato anche le donazioni indirette e dissimulate di cui avrebbero beneficiato i figli, con la conseguente reintegra. E di conseguenza la figlia sollecita il tribunale a invalidare l’accordo transattivo del 18 febbraio 2004. Da parte loro, i legali degli Elkann fanno sapere che gran parte delle memorie depositate da Margherita sono state dichiarate inammissibili, mentre “è stata ammessa la produzione, da parte dei fratelli Elkann, dell’originale dell’accordo transattivo del febbraio 2004”. La domanda che molti si fanno è se l’eventuale vittoria di Margherita nella causa civile metterebbe in discussione gli assetti nella mitica società semplice Dicembre, controllata al 60% da John Elkann e l’altro 40% da Lapo e Ginevra in parti uguali, che governa lo stratosferico impero rappresentato da Agnelli BV, Exor, Stellantis, Ferrari, Cnh, Philips, Gedi, The Economist, Juventus FC e altre partecipazioni per un valore di decine di miliardi di euro. A questa domanda i legali degli Elkann hanno sempre risposto negativamente, ma non la pensano così i patroni di controparte. Insomma, la battaglia per l’eredità Agnelli è destinata a riservare molte altre sorprese.


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