Esiste in Rai un rapporto costi-ricavi per i soldi spesi?
Mentre spira aria di crisi, i salari perdono potere d’acquisto, i consumi ristagnano e la situazione internazionale minaccia di precipitare ulteriormente, esiste un luogo fatato in cui si fanno soldi a palate. Non si trova alla fine dell’arcobaleno, bensì a Viale Mazzini, e avrete capito che stiamo parlando di Mamma Rai. O Mammona Rai, visti i cachet esorbitanti rivelati dal Fatto Quotidiano ed elargiti a una serie di personaggi inquadrati come «artisti». Ne citiamo solo alcuni: Maria Latella (730mila euro annui), Monica Setta (700mila), e Monica Maggioni. Quest’ultima uscita dalla porta dopo le dimissioni dalla Rai e tornata dalla finestra incassando il doppio di prima, ovvero poco meno di 500mila euro, almeno stando al Fatto.
A fronte di quali risultati?
A casa di Maria Latella, programma trasmesso in seconda serata su Rai3 e girato nell’appartamento della giornalista, ha racimolato il 2% al debutto, per poi crollare all’1.46% nella seconda puntata. Nell’ottobre 2024 il programma ha totalizzato l’esorbitante cifra dell’1.24%. Lo spostamento al pomeriggio non ha giovato agli ascolti, che si sono fermati più o meno sul 2.2% di share. Che dire di Monica Setta? Il suo Generazione Z, trasmesso in seconda serata, ha totalizzato nella terza edizione una media complessiva del 3.1% di share ed è stato chiuso, mentre Storie di donne al bivio (sempre in seconda serata su Rai2), con ospiti ricorrenti del calibro di Valeria Marini, Francesca Cipriani, Antonella Mosetti, quest’ultima più volte chiamata a illustrare meccanismi e dinamiche di OnlyFans, è ripartita nell’edizione week-end la scorsa settimana dal 3.0% dopo una presentazione al 2.5%. E Monica Maggioni? Il suo Newsroom in onda su Rai3 in prima serata si è fermato nella prima edizione a una media del 3.36%, crollando nella seconda al 2.21%. Per par condicio, parliamo anche degli uomini: l’ex Iena Antonino Monteleone chiamato a condurre L’altra Italia in prima serata su Rai2 si è visto chiudere il programma dopo una manciata di puntate per aver raggiunto il minimo storico della rete, ovvero lo 0.99% di share, un risultato mai visto nemmeno nei peggiori incubi. L’altra sua fatica in seconda serata, Linea di Confine, non ha mai superato il confine della prima stagione ed è stato cancellato anche questa volta per bassi ascolti.Ora ci chiediamo, non esiste in Rai, come in tutte le altre aziende, un rapporto costi-ricavi per le risorse impiegate? Com’è possibile che, dopo questi risultati non certo eclatanti, Viale Mazzini continui a puntare cifre astronomiche su certe risorse (esterne), quando poi i programmi televisivi sono costretti a condividere gli studi e a ridurre allo stremo le maestranze (interne) costringendole ai salti mortali per «ottimizzare il budget»? L’erario, la Corte dei conti, gli stessi sindacati, non hanno niente da dire?
di CLAUDIO CATANIA
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