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Esselunga, Pinocchio “omofobo” e Twitter: ecco come i troll alt right vanno all’assalto della stampa

Questa mattina ci siamo svegliati con l’hashtag “Esselunga” in trend topic su Twitter. Cosa sta succedendo?

di Ilaria Paoletti -


Molti account stanno rilanciando una polemica nata attorno alla nuova campagna pubblicitaria della celebre catena di supermercati. L’Esselunga ha infatti diffuso una gamma di figure che mischiano serio e faceto, personaggi storici con le verdure, tramite combinazioni davvero spassose: Giovanni Verza, Mirtillo Benso Conte di Cavour, Pom Abbondio e così via. A finire al centro dell’indignazione collettiva è quello che riguarda il finocchio, che ha mantenuto il suo nome, ma indossa il cappello di Pinocchio. Il primo a protestare per questa figurella è stato un account che risponde al nome di Frampagna Francesco: “Siamo nel 2022, siamo in Italia; questo dovrebbe voler dire il trovarsi in un luogo civile” si legge nel tweet. “E invece no. Dopo l’affossamento del Ddl Zan, ora le bustine omofobe distribuite da catene con rimandi fallici nel logo. A me? Fa schifo”. Da quel momento in poi si è scatenato l’Armageddon. “Ma l’ha scritto davvero?”, scrive un utente. “Che sia un infuso di semi di finocchio e quella sia una teiera è troppo complicato da elaborare per le tue sinapsi?”, attacca un altro. “Se pensate che questa pubblicità sia omofoba avete un problema psichiatrico”, azzarda qualcun altro. Eppure, eppure … c’è qualcosa che non torna. Il profilo che ha condiviso il tweet incriminato, ad una seconda analisi, emerge chiaramente come un account parodia. Un troll, in breve: uno di quei profili che Musk vorrebbe vedere tra le fiamme dell’inferno. Il nome utente altro non è se non la storpiatura di quello del professore e fan di Draghi Francesco Campagna. Il quale, ora, si vede costretto ad autosospendersi dal social: “Venendo a conoscenza soltanto adesso di fatti spiacevoli riguardanti la mia identità su questo social, vi comunico con amarezza la mia decisione di allontanarmi per un periodo indefinito da Twitter”, scrive. È la seconda volta in pochi giorni che il lavoro dei troll viene preso per buono e utilizzato per sfogare l’indignazione un tanto al chilo. Nelle ore immediatamente successive alla terribile strage di Uvalde, infatti, sui social hanno iniziato a circolare foto di un ragazzo somigliante al killer, vestito in abiti femminili. Gli utenti social corsero a puntualizzare come dopo l’assassino di Buffalo (descritto dalla stampa come “suprematista bianco”) avesse fatto la sua comparsa un assassino trans. E alcune testate, molto autorevoli, ci sono cascate con tutte le scarpe, riprendendo le foto dell’incolpevole attivista Lgbt. Peccato che anche questa fosse un’opera di disinformazione di alcuni troll americani di 4Chan e Reddit. A fine marzo, inoltre, c’è stato il caso dei “fornelli accesi per Putin”: diversi siti di informazione riportarono di questa iniziativa, lanciata dall’hashtag #Uncarroarmatoperputin, concepita da non meglio precisati “putiniani” d’Italia. Anche qui, si trattava di un lavoro di sabotaggio dei troll. Di nuovo, in molti, prima sui social poi sui media, ci sono cascati in pieno. La tempesta scatenata dal finocchio / Pinocchio, ci dice quindi alcune cose. Prima di tutto, che le rivendicazioni della comunità LGBTQ+, pronta a vedere omofobia anche dove non v’è traccia, sono ormai percepite come ridicole tanto che pure questo “scherzo” sembra plausibile a migliaia di utenti. In seconda battuta, ci conferma che le persone si aspettano ormai di trovare sui social ciò che i “professionisti dell’informazione” non dicono. A volte è vero, a volte no. E fa riflettere come ad operare da sabotatori siano quasi sempre account dell’alt right, sovranisti o “mattonisti” che, probabilmente, hanno come obiettivo finale quello di mettere in ridicolo la stampa, rea di prendere le loro boutade sul serio. Nel caso del povero finocchio / Pinocchio ciò non è (ancora) successo. A uscirne vincitore, in ogni caso, è Esselunga: questa è tutta pubblicità gratis …


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