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IL CARRELLO DELLA SPESA – Quanto costa essere giovani oggi

di Giovanni Vasso -

Adolescente gioca con il videogioco Fortnite nella camera di casa sua, Milano, 26 Novembre 2020. ANSA/Andrea Fasani


È più difficile, oggi, essere giovani. Se non altro perché costa di più. Tutto aumenta, tutto rincara. A cominciare dai videogiochi. Tutto è partito con gli aumenti decisi da Nintendo, poi la casa giapponese è stata seguita praticamente a ruota dagli altri competitors. Per la rabbia degli utenti che, sui social, hanno riversato il loro disappunto ringraziando sarcasticamente proprio Nintendo. L’ultimo rincaro, ma solo in ordine di tempo, è arrivato da Microsoft che ha deciso di alzare i prezzi della Xbox. Si dovranno sganciare 50 euro in più per portarsi a casa la consolle: che si tratti della versione più economica, la Series S (il cui prezzo di listino sale da 299,99 a 349,99 euro) o che si tratti di quella più imponente, la Series X (che passa da 499,99 euro a 549,99). Per non farsi mancare nulla, inoltre, Microsoft ha scelto di aumentare il prezzo dell’abbonamento a Microsoft 365, che finora si pagava 99 euro all’anno, a 129 euro. L’azienda americana, però, è solo l’ultima a ritoccare i listini. Poche settimane fa, ad aprile scorso, lo aveva già fatto Sony annunciando, per il mercato europeo (ma il ritocco sarà applicato anche nell’area economia dell’Oceania, dell’Africa e del Medio Oriente) un aumento pari a circa l’11% per la PlayStation 5 Digital Edition. Verrà a fare 500 euro, tondi tondi. Lo sconto, se mai ci sarà, sarà demandato solo al buon cuore dei rivenditori. E c’è poco da sperarci. Strategia diversa, invece, quella adottata da Nintendo che ha lasciato invariato il prezzo delle consolle Switch e Switch 2 ma ha ritoccato, talora pesantemente, il costo degli accessori necessari per giocarci. Inoltre, dal Giappone, arrivano notizie che non fanno dormire sonni sereni agli appassionati. Pare, infatti, che la casa madre sia subissata di richieste per le nuove consolle e, dunque, abbia deciso di adottare una strategia finalizzata a una sorta di prefiltraggio delle richieste. In pratica, potranno prenotarsi solo i clienti più generosi, quelli che nel corso del tempo hanno speso di più per Nintendo. Manco a dirlo, alla base dei rincari, c’è la vicenda dazi. Del resto, considerando che la guerra economica tra Usa e Cina è collegata a filo doppio a quella tecnologica, non c’è troppo da sorprendersi.

Spegnere la Play, forse, può rappresentare una buona soluzione anche in termini di risparmio energetico. Meglio smettere di giocare e magari leggere qualcosa. Come un buon fumetto. Peccato, però, che anche qui i prezzi siano in aumento. Sul mercato italiano quasi tutti gli editori hanno dovuto fare i conti con le difficoltà legate al costo della carta e dell’energia e hanno dovuto proporre aumenti ai prezzi di copertina. Un borsino più che affidabile è quello redatto dal sito specializzato Fumettologica. Che ha riferito, già a febbraio, che gli aumenti degli albi editi da Panini Comics sarebbero aumentati di prezzo e, in particolare, gli “spillati da 24 e 32 pagine passeranno da 3,00 euro a 4,00 euro” mentre “gli spillati da 48 pagine passeranno da 5,00 euro a 6,00 euro” e, infine, quelli da “72 pagine, passeranno da 6,90 euro a 7,00 euro”. Invariato il costo delle edizioni “da 56 pagine e quelle da 64 pagine” che “manterranno il loro prezzo invariato: 6,00 euro e 8,00 euro, rispettivamente”. Sergio Bonelli editore, che pubblica alcune tra le testate più note e apprezzate dell’universo comics italiano come Tex e Dylan Dog, ha optato per una soluzione mista. Aumenti del prezzo di copertina o diminuzione della foliazione per mantenere, o in determinati casi addirittura diminuire, il costo ai lettori. Una sorta di shrinklation dei balloon. Quanto costa, oggi, essere giovani.


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