Attualità

Eurovision, va in scena la fiera dei buoni sentimenti. E intanto a Torino si scatena il caos

di Ilaria Paoletti -


L’Eurovision 2022 è alle porte: questa sera, infatti, si alzerà il sipario sulla 66esima edizione della gara canora. L’Italia, reduce dalla vittoria dei Maneskin un anno fa a Rotterdam, ospita la kermesse al Pala Olimpico di Torino dal 10 al 14 maggio, giorno della finale e della proclamazione del vincitore 2022. Ieri sul turquoise carpet allestito alla Reggia di Venaria hanno sfilato i 40 artisti attesi sul palco. I nostri rappresentanti quest’anno sono Mahmood e Blanco. Reduci dalla vittoria al Festival di Sanremo, che ha permesso loro di aggiudicarsi la presenza all’Eurovision, porteranno il brano Brividi. Il ‘veterano’ Mahmood (ha già partecipato nel 2019 con Soldi) accompagna il giovane Blanco, di appena 19 anni, sul turquoise carpet. Siccome anche l’occhio vuole la sua parte, o riadattando il vecchio adagio ai nostri giorni “anche provocazione vuole la sua parte”, Blanco ha optato per Valentino, Mahmood si è presentato con una bella gonna lilla, il petto nudo e un blazer. Basterà questa stoccata alle barriere tra i sessi per far parlare di sé? La competizione quest’anno, infatti, è ben dura: i beniamini della manifestazione sono i rappresentanti dell’Ucraina, la Kalush Orchestra, che ha sfilato sul turquoise carpet sventolando fiera la bandiera del propri Paese. Il leader del gruppo, Oleh Psiuk, non crede di essere tra i favoriti per via del conflitto: “Dicono che potremmo vincere a causa della guerra, ma la nostra canzone era tra le 5 preferite prima dell’inizio del conflitto”, dichiara. La concorrente albanese Ronela Hajati, invece, ha manifestato per i diritti Lgbt facendo il suo ingresso in un elaborato completo blu e rosso, caratterizzato da un gazebo … pardon, cappello con i colori arcobaleno. Laura Pausini, star internazionale e conduttrice dell’evento insieme ad Alessandro Cattelan e Mika, ha detto la (banale) sua sulla situazione geopolitica. “La musica è pace, è un messaggio di unità”. E allora perché escludere gli incolpevoli artisti russi? Domanda che resterà forse senza risposta. Come le domande che circondano il caos – organizzativo e non solo – scoppiato ieri durante il concerto dei Negrita al Village del Valentino. Perché mentre presentatori e concorrenti reclamano la pace tra i popoli, in “platea” è arrivata la polizia. Prima del concerto, intorno alle 22, il pratone centrale del Parco, con una capienza massima di 17 mila persone, si è riempito in un battito d’occhio. Inutili i tentativi degli steward di bloccare gli accessi: centinaia di persone li hanno travolti. Reparti di polizia e di carabinieri sono accorsi per sgomberare l’area, scongiurando un dramma di piazza San Carlo nel 2017. I poveri Negrita, dal canto loro, non hanno potuto far altro se non lanciare un accorato appello dal palco: «La capienza massima è stata raggiunta, non ammassatevi». A Torino, tra le richieste di pace dei vip, è andata in onda una scena di guerra.


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