Esteri

Evacuazioni a Gaza, rimozioni a Tel Aviv. Netanyahu nella bufera

di Ernesto Ferrante -


Nuovi ordini di sgombero per i civili di alcune zone della Striscia di Gaza. Agli abitanti di al-Salatin, al-Karama e al-Awda le Idf hanno chiesto di spostarsi di spostarsi nelle regioni meridionali dell’enclave palestinese. Due razzi sono stati lanciati dal nord della Striscia in direzione della città di Ashkelon, nel sud di Israele, e le forze israeliane hanno reso noto che sono stati intercettati.

Le autorità di Gaza hanno denunciato che 11 persone sono state uccise nei raid israeliani condotti oggi. Il portavoce dell’agenzia di Difesa civile palestinese, Mahmud Bassal, ha segnalato tre morti negli attacchi notturni ed altri otto dopo l’alba. Sei, tra cui tre minorenni, hanno perso la vita in un quartiere di Gaza City e due ad Abassan.

Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha minacciato di voler annettere parti della Striscia di Gaza a Israele se Hamas non rilascerà gli ostaggi ancora detenuti. “Se l’organizzazione terroristica Hamas continuerà a rifiutarsi di liberare gli ostaggi, ho dato istruzioni all’Idf di prendere ulteriori territori, evacuare la popolazione ed espandere la zona di sicurezza attorno a Gaza per proteggere le comunità israeliane e i soldati dell’Idf, mantenendo un controllo permanente dell’area da parte di Israele”, ha affermato in un comunicato.

Il ministro ha aggiunto che, se il movimento islamico di resistenza dovesse persistere nel suo rifiuto, “perderà sempre più terra, che verrà aggiunta a Israele”, confermando l’intenzione di intensificare la campagna militare contro il gruppo palestinese con “l’espansione dell’operazione di terra fino alla liberazione degli ostaggi e alla sconfitta di Hamas”.

Katz ha infine fatto sapere che Tel Aviv utilizzerà “tutte le pressioni militari e civili, inclusa l’evacuazione della popolazione di Gaza verso sud e l’attuazione del piano di migrazione volontaria per i residenti di Gaza proposto dal presidente degli Stati Uniti Trump”.

La Turchia ha intensificato i contatti diplomatici per ripristinare il cessate il fuoco a Gaza, “porre fine alla persecuzione e fermare il genocidio”. Lo ha detto il leader turco Recep Tayyip Erdogan. Nei mesi scorsi Erdogan non ha risparmiato accuse al governo israeliano e al premier Benjamin Netanyahu per le operazioni militari avviate nella Striscia di Gaza dopo l’attacco del 7 ottobre 2023 in Israele.

“Preoccupazione per la ripresa delle ostilità” è stata espressa dal presidente russo, Vladimir Putin, e dall’emiro del Qatar, Tamim Hamad Al Thani, durante un colloquio telefonico incentrato sulla situazione in Medio Oriente.

Il clima politico nello Stato ebraico è sempre più infuocato. Il governo israeliano ha votato all’unanimità, nella notte, il licenziamento del direttore dello Shin Bet, Ronen Bar, che si dimetterà il 10 aprile o quando verrà scelto un sostituto idoneo.

Il governo si è riunito presso l’ufficio del Primo Ministro Benjamin Netanyahu a Gerusalemme per votare il provvedimento. Bar è stato invitato all’incontro per rispondere alle accuse a suo carico, ma ma ha deciso di non presentarsi. In una lettera inviata ai ministri, ha fortemente criticato Netanyahu.

L’ex direttore ha sostenuto che il capo dello Shin Bet non dovrebbe essere leale al primo ministro ma ai cittadini, smentendo la versione di Netanyahu di una perdita di fiducia tra di loro.

Il premier ha ribadito la sua posizione con parole molto dure: “Tutti voi sapete cosa è successo la notte del 7 ottobre, e nel gestire le trattative, sono anche giunto alla conclusione che Bar semplicemente non è adatto a questo…Ha avuto un approccio morbido, non abbastanza fermo…Mi sono seduto con lui per ore, e mi ha dimostrato che non è la persona giusta”.

Al premier israeliano è “proibito” scegliere un nuovo numero uno dello Shin Bet e anche organizzare colloqui per la nomina. È quanto ha notificato il procuratore generale di Israele, come riporta il giornale israeliano Haaretz, dopo la decisione della Corte Suprema di “bloccare” il licenziamento di Ronen Bar fino a un’udienza sulle istanze presentate dall’opposizione contro la sua rimozione dall’incarico.

In un messaggio, Gali Baharav-Miara ha chiarito il divieto di qualsiasi mossa che possa danneggiare la posizione del defenestrato. Baharav-Miara, consulente del governo, è finita nel mirino della destra, che ne vuole la destituzione. Domenica l’esecutivo si riunirà per discutere la mozione di sfiducia nei suoi confronti.


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