Cultura & Spettacolo

Fabrizio D’Alessio: “così, a modo mio, vi do la mia sveglia in radio”

di Nicola Santini -


Da bambino sognava di condurre il Festivalbar.
Oggi, Fabrizio D’Alessio mentre continua a inseguire i suoi sogni televisivi, continua a condurre uno dei programmi radiofonici più seguiti d: “La sveglia di Radio2”, in onda su Rai Radio2.
Fabrizio, dallo scorso anno sei una delle voci ufficiali di RadioRai2.
Che effetto ti fa?
Far parte di un’azienda così importante ti riempie di orgoglio e anche di responsabilità. Ogni volta che entro in Via Asiago 10, attraverso i corridoi tra le foto che ritraggono gente come Alberto Sordi, Walter Chiari, Mike Buongiorno, Pippo Baudo, Corrado etc realizzi che hai messo piede nella storia della radio e della tv. Ogni giorno che apro quel microfono mi ricordo quanto sono fortunato di fare il mestiere che amo.
Com’è lavorare in radio di notte?
È un mondo incredibile. Ci sono persone che fanno lavori che neanche immaginavo esistessero, che ci raccontano le loro vite, le loro debolezze e a volte anche i fatti privati. Altre che ci ascoltano dalle parti più disparate del mondo durante le loro giornate. Devo dire che con i nostri ascoltatori si è creata quasi una comitiva di amici che si ritrova alla stessa ora allo stesso posto. Come direbbe Jovanotti : “La gente della notte fa lavori strani, certi nascono oggi e finiscono domani”. Il nostro programma (La Sveglia di Radio2) va in onda dalle 4 alle 6.30am, abbracciando sia la notte che l’alba così, i primi giorni di diretta, ho pensato mancasse un soprannome giusto per tutti noi che viviamo questa terra di mezzo, così sono nati i “Mattinotti”.
Ci racconti un aneddoto legato a quest’impegno radiofonico?
Si mi ricordo di una Mattinotte in cui ho veramente realizzato il rapporto con gli ascoltatori quanto sia diventato intimo e sincero, come se veramente fossimo quasi qualcuno di famiglia. Era la nostra prima parte di programma dove solitamente dico di raccontarci lo “stato d’animo in tempo reale” e un’ascoltatrice si è sentita così vicina a noi da condividere la sua lotta con la depressione che durante la notte si faceva sempre più pressante.Poi però ha detto una frase che mi ha segnato “Grazie mille Mattinotti perché grazie a voi mi sento meno sola e i miei attacchi di panico si fanno più lievi”. Ecco lì ho capito la potenza di questo mezzo, la Radio.
Come nasce la tua passione per questo mestiere?
Non ho chiaro il momento preciso, è come se fosse stata la passione a scegliere me. Forse perché sono salito sul palco la prima volta cosi piccolo che è successo tutto naturalmente. Qualche mese fà mia madre mi ha inviato delle foto (sai le classiche di quando sistemi i cassetti a casa?) e c’e ne erano alcune di un piccolo me di circa 5 anni con un microfono in mano che presentava un concorso canoro per bambini (una specie di “Zecchino D’Oro” di provincia). Forse l’incantesimo è avvenuto quel momento e da lì non ho più abbandonato il palco, continuando con il teatro amatoriale, fino al diploma in Accademia e poi la lunga gavetta per farlo diventare un mestiere. Quello che ricordo bene sono però i sacrifici fatti per questa passione. Quando da adolescente durante il liceo la sera facevo le prove degli spettacoli con una compagna dilettantistica del mio paese fino all’1 di notte e la sveglia della scuola che suonava alle 6 del mattino. Ma ancora oggi al solo pensiero sento una sensazione bellissima nello stomaco come quella che si prova ricordando un primo amore.
La televisione ti affascina?
Molto. L’ho fatta da attore per delle fiction e film per la tv ma mai da conduttore. Ho dei progetti nel cassetto che sto tirando fuori e vediamo se questo può essere l’anno giusto per poterli realizzare. Anche perché uno dei sogni da bambino era quello di presentare il Festival Bar (sorride, ndr).
Con che tipo di progetto televisivo ti piacerebbe misurarti?
Avendo condotto i live di grandi eventi sicuramente il contatto con il pubblico è una delle cose che amo di più. Sarebbe bello un progetto fuori dai classici schemi, anche lontano da un studio televisivo standard e immerso tra il pubblico. Un paio di idee le ho anche scritte e con qualche amico autore stiamo capendo come trasformarle in realtà.

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