Cronaca

“Fai sparire le cose di Emanuela”, la chat sul caso Orlandi

di Rita Cavallaro -


Hanno un nome gli alti funzionari del Vaticano che si erano scambiati i messaggi whatsapp su misteriosi tombaroli e sulla necessità di far sparire alcune cose di Emanuela Orlandi. A svelare l’identità che si nasconde dietro cellulari intestati alla Santa Sede è stato il fratello Pietro Orlandi, il quale, nei giorni scorsi, ha depositato gli atti alla Commissione bicamerale d’inchiesta che deve fare luce sulla scomparsa della cittadina vaticana, svanita nel nulla il 22 giugno 1983. La chat, che risale al 2013, è tra Francesca Chaouqui e. l’ex monsignore Lucio Vallejo Balda, entrambi membri, all’epoca, della Commissione Cosea. “A settembre dobbiamo far sparire quella roba della Orlandi e pagare tombaroli. Di questo devi parlare al Papa”, scriveva Chaouqui a Balda. Secondo Pietro, la conversazione farebbe riferimento a una stanza segreta trovata sotto il cimitero teutonico, dove erano state aperte due bare alla ricerca dei resti della povera Emanuela, ma senza successo. Quello fu l’ultimo sopralluogo e seguiva l’apertura della tomba di Enrico De Pedis, il boss della Banda della Magliana, tumulato incredibilmente nella basilica di Sant’Apollinare. La ricerca avvenne in seguito alle rivelazioni di una gola profonda, che sosteneva come il corpo di Emanuela fosse stato nascosto tra i resti del boss. L’ennesima pista, in 40 anni, rivelatasi infruttuosa. Ora l’attenzione della famiglia Orlandi punta alla basilica di Santa Maria Maggiore dove, secondo il fratello Pietro, sarebbe stata nascosta una cassa con la misteriosa “roba della Orlandi”, di cui si fa riferimento nei messaggi WhatsApp. Si tratterebbe di documenti provenienti dall’archivio della prefettura degli affari economici e che riguarderebbero proprio il caso Orlandi. “Adesso facciamo passare l’estate”, scriveva la Chaouqui a Balda, “io vado a Singapore e capirò di più, pensiamo a cosa fare e anche il Papa sarà più lucido, buttare tutto per aria e distruggere il Vaticano non ha alcun senso“. Questo scambio di messaggi è oggi agli atti della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori, presieduta dal deputato di fratelli d’Italia Andrea De Priamo. Ascoltato a palazzo San Macuto, Pietro ha dichiarato che le copie dei messaggi gli sarebbero state consegnate proprio da Francesca Chaouqui, ma lei smentisce questa circostanza e sottolinea di essere legata al segreto di stato pontificio, per cui non potrà rilasciare alcuna dichiarazione.


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