Economia

Famiglie italiane: è allarme debito

di Federico Cenci -


Studio Unirec: crescita del 5,1% rispetto all’anno prima. E Assoutenti annuncia un calo dei consumi di generi alimentari

Il debito pesa sulle spalle delle famiglie italiane. Lo rivela uno studio comparativo sul settore della Tutela del Credito in Europa, condotto con The European House Ambrosetti e presentato al convegno Unirec (Unione Nazionale Imprese e Tutela del Credito) a Roma. “Il debito in Italia sta assumendo un peso rilevante sull’economia domestica attestandosi a 2.088 miliardi di euro nel 2021 con una crescita del 5,1% rispetto all’anno precedente”, si legge nel documento.

Il tasso di indebitamento di famiglie e imprese italiane, benché resti ancora basso nel confronto internazionale, è tuttavia in crescita. Il rapporto rileva che “dopo il picco di Npl (crediti deteriorati, ovvero quelli che i creditori non riescono più a ripagare, ndr) rilevato nel 2015, emerge uno scenario in controtendenza con crediti deteriorati in diminuzione”. Nel 2021, ricorda lo studio, lo stock di crediti affidati per il recupero alle imprese associate raggiungere la cifra record di quasi 160 miliardi di euro, rispetto ai circa 149 miliardi del 2020, ma il trend di crescita degli importi gestiti è dimezzato rispetto al 2020 e si stabilizza intorno al 7%.

Negli ultimi anni l’Italia si è distinta per essere riuscita a realizzare un avanzo primario, cioè la differenza fra spesa pubblica ed entrate al netto del costo del debito pubblico. Questo risultato è stato mangiato però dagli interessi. Come sottolinea il ministero per la Pubblica Amministrazione, “esso è stato, in media, pari all’1,6% del Pil, ben più alto di quello medio europeo, che si era fermato ad uno striminzito 0,1%”. Tutto ciò non è però bastato: “Ha coperto, in media, solo il 73% degli interessi che l’Italia paga ai suoi finanziatori, mentre per il restante 27% si è fatto ricorso al deficit”.

Tale scenario finanziario, sommato al rialzo dei prezzi e al caro bollette, si ripercuote anche sui consumi alimentari. Come denuncia Assoutenti sulla base degli ultimi dati sulle vendite al dettaglio forniti dall’Istat, gli acquisti di generi alimentari sono calati a marzo del 6% rispetto allo scorso anno. Se questa tendenza dovesse essere confermato anche nei prossimi mesi, si tratterebbe di una riduzione della spesa alimentare che, al netto dell’inflazione, vale circa 450 euro annui a famiglia. Il caro prezzi mette così a rischio circa 6,4 miliardi di euro di consumi alimentari che potrebbero essere tagliati dagli italiani nel corso del 2022 per far fronte all’emergenza in atto, stima Assoutenti.


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