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FAR WEST METAVERSO

di Giovanni Vasso -


Che il Metaverso sia la nuova frontiera di internet, è cosa fin troppo nota. Lo hanno detto tutti, ovunque. Persino a Davos. Ma il “non luogo” digitale che promette di farsi centralissima agorà virtuale (e quindi reale) fa insorgere, insieme a tante opportunità, anche molti dubbi, diverse criticità. Una su tutte riguarda i dati personali. Già adesso è difficile, spesso, per le autorità competenti, stare al passo dei progressi tecnologici. Perché si scontrano due diverse percezioni della realtà, anche culturali: quella analogica, che impone il diritto alla privacy, e quella digitale che punta tutto (specialmente in chiave economia) sulla trasparenza più assoluta. Non è un mistero che, negli ultimi anni, il commercio dei dati sia diventato una delle voci più redditizie per le Over the Top, i giganti del web (da Facebook a Google, solo per citarne un paio) che combinando le rilevazioni in rete riescono a vendere servizi pubblicitari mirati e, dunque, molto più ambiti da parte degli inserzionisti rispetto alla classica réclame generalista. I dati, e lo dimostra la recentissima sentenza di San Marino che ha confermato la sanzione da 4 milioni irrogata a Facebook a causa del data breach scoperto nell’aprile del 2021, sono beni preziosi da difendere anche perché finiscono puntualmente nel mirino di hacker, truffatori e gang digitali. Che li utilizzano, ne fanno mercato a loro volta o ne abusano (anche) per prosciugare conti in rete.
Con l’avvento del Metaverso, il problema dei dati, da difendere e tutelare, non si risolve. Anzi, rischia di aggravarsi. Ne è convinto il presidente dell’autorità garante per la privacy, il giurista Pasquale Stanzione, che in un convegno ha parlato della necessità di prendere coscienza del fatto che l’impatto della nuova frontiera di internet potrà essere “più dirimente negli effetti sulla persona e sulla società è il metaverso, nuova dimensione non solo spazio-temporale ma esistenziale, con confini mobili e riproporrà opportunità ma anche rischi e problematiche emersi con l’internet tradizionale”.
Stanzione predica attenzione e rivendica il ruolo del Gdpr, il regolamento Ue sulla protezione dei dati personali, come pietra di volta per implementare e verificare che, nel metaverso, si rispettino i diritti fondamentali: “Sarà determinante la verifica di un monitoraggio non troppo invasivo dell’utente e l’impostazione tecnologicamente neutra del General data protection regulation (Gdpr) potrà fornire una regolazione tendenzialmente completa sui principali aspetti di questo mondo nuovo, soprattutto grazie all’approccio basato sul rischio, determinante per modulare le tutele sulle caratteristiche di una realtà in continua evoluzione”.
Il presidente dell’authority, infine, ha sottolineato la necessità di evitare di fare del Metaverso un Far West digitale, senza leggi, senza ordine, dove viga la sola legge del più forte. E cioè degli interessi degli Ott e, contestualmente, delle brame dei pirati digitali: “Quale che sia il modello cui si orienterà lo sviluppo del metaverso è indispensabile l’adozione di alcune garanzie essenziali, volte a impedire che questa dimensione altra, da spazio utopico del possibile, degeneri in un luogo anomico dove impunemente violare diritti. La personalizzazione dei contenuti propria del Metaverso lascerà emergere, verosimilmente, nuove istanze di tutela, a fronte di nuove vulnerabilità e persino nuove soggettività, come quella del gemello digitale in cui si proietterà il nostro Io”.


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