Cronaca

FASCISTI ARMATI CONTRO IL VOTO

di Rita Cavallaro -


Sotto l’egida del “Fronte Legionario Sardo” avevano ricostituito il partito fascista, con l’obiettivo di sovvertire la democrazia attraverso atti terroristici contro istituzioni e cittadini. Ieri i carabinieri del Ros della sezione regionale anticrimine di Cagliari hanno sgominato l’associazione a delinquere, definita dagli stessi inquirenti “una signoria criminale”. Tre le persone finite in cella, ritenute ai vertici del ricostituito gruppo di matrice fascista, una ai domiciliari, mentre altre undici sono indagate. Sono tutte accusate a vario titolo di associazione con finale di eversione contro la democrazia, ricostituzione del partito fascista, spaccio di droga e rapina. L’operazione, denominata “Reazione” è scattata all’alba, in collaborazione con il Comando provinciale di Nuoro, lo Squadrone eliportato Cacciatori “Sardegna”, l’11esimo Nucleo Elicotteri di Elmas e i Cinofili, su disposizione del pm Guido Pani. Dalle indagini del Ros di Cagliari, agli ordini del tenente colonnello Giorgio Mazzali,è emerso che il gruppo neofascista operava soprattutto nella Baronia, dove aveva messo a segno numerosi atti intimidatori con armi ed esplosivi, tra il 2019 e il 2021. Un’azione era stata perpetrata perfino ai danni del sindaco di Torpè e di diversi amministratori locali. Nel periodo pre-elettorale delle Regionali del 2019, inoltre, i presunti terroristi avevano mandato ad alcuni elettori minacce di morte e proiettili calibro 7.65 , con un’indicazione chiara: “Non andate a votare”. Le missive erano sempre firmate “Fronte Legionario Sardo”. Oltre alle azioni di destabilizzazione della democrazia, volte a generare un clima di terrore su tutto il territorio, l’associazione neofascista era dedita alla coltivazione e allo spaccio di marijuana e, per procurarsi il denaro utile alla causa terroristica, avrebbe messo a segno una serie di rapine nella zona, ai danni dei commercianti. L’impianto accusatorio ha fatto emergere come ai vertici del gruppo c’era Ananio Manca, 38 anni e nei cui confronti è stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Per gli investigatori, Manca era la figura più carismatica del gruppo terrorista di matrice fascista e infatti il 38enne era ritenuto dagli altri affiliati una sorta di capo, perché con la sua personalità sarebbe stato in grado di aggregare una serie di soggetti che aderivano in tutto e per tutto alle ideologie della destra estrema e che erano disposti a fare qualunque cosa pur di riunire i nostalgici di Benito Mussolini. Tra i più attivi i cugini Angelo e Nicolò Sulas, anche loro finiti in galera. L’obiettivo dei vertici era quello di ricreare addirittura un milizia armata, organizzata anche per addestrare nuovi adepti, uniti sotto il simbolo del Fronte Legionario Sardo, che aveva ideato un logo ad hoc, in perfetto stile di quelli del fascismo e della lotta armata.

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