Esteri

“Fateci entrare”: no di Israele ad aiuti per 6mila camion

L'ostinazione di Israele, disatteso l'impegno per l'ingresso giornaliero di almeno 600 veicoli con cibo e farmaci

di Redazione -


“Il momento per agire non è domani, è ora. Servono un cessate-il-fuoco immediato, il rilascio immediato di tutti gli ostaggi e accesso umanitario completo e senza restrizioni”: l’Onu avanza un nuovo appello per Gaza, pochi i camion di aiuti che vi entrano.

L’appello

L’appello dopo la dichiarazione ufficiale di carestia nella Striscia di Gaza da parte del rapporto IPC, che ha indicato l’insicurezza alimentare acuta al livello 5 (massimo), causata interamente dall’uomo.

Il documento denuncia condizioni catastrofiche di fame, miseria e morte per circa 500.000 persone nel governatorato di Gaza, con un rischio crescente per altri 1,4 milioni di palestinesi e una previsione che entro fine settembre la carestia colpirà ulteriori 641.000 persone. Tra queste, circa 132.000 bambini sotto i cinque anni soffriranno di malnutrizione acuta entro giugno 2026.

L’appello, rilanciato anche dall’agenzia Onu Unrwa, sottolinea come la carestia a Gaza City possa essere fermata: “Invertire la catastrofe in corso: inondare Gaza con un massiccio aumento degli aiuti attraverso le Nazioni Unite, inclusa l’Unrwa. Solo i magazzini dell’Unrwa in Giordania ed Egitto sono pieni. Ci sono abbastanza cibo, medicine e prodotti igienici pronti per riempire 6mila camion. Lo Stato di Israele deve permetterci di portare aiuti a Gaza”.

“Fateci entrare”: fermi aiuti per riempire 6mila camion

Israele ribadisce invece con ostinazione che il cessate il fuoco può arrivare solo con il rilascio di tutti gli ostaggi e il disarmo di Hamas, mentre nella Striscia continuano pesanti bombardamenti contro la popolazione civile.

L’appello congiunto delle agenzie ONU (FAO, OMS, WFP, UNICEF) evidenzia l’urgenza di una risposta su larga scala, la necessità di un cessate il fuoco e l’accesso umano immediato per salvare vite, proteggere ospedali e fermare la carestia provocata dall’assedio.

Il messaggio chiave è che interrompere subito i blocchi degli aiuti umanitari e aprire i valichi senza restrizioni è fondamentale per evitare una catastrofe umanitaria ancora più grande.


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