Fattorie Garofalo, caciotta di bufala a rischio tossina
Il prodotto a marchio Fattorie Garofalo "richiamato" dal ministero
Caserta nella bufera delle emergenze sanitarie: dopo il caso delle vittime del West Nile decedute all’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano del capoluogo e nel Presidio Ospedaliero di Aversa che fanno della Campania la regione principale dei decessi per il virus provocato da zanzare infette, un nuovo scandaloso caso che colpisce uno dei prodotti tipici della provincia di Terra di Lavoro e della Campania, la caciotta di bufala delle Fattorie Garofalo, un cui lotto è stato richiamato dal ministero della Salute.
La caciotta di Fattorie Garofalo nel mirino del Ministero
Il richiamo della caciotta di bufala a marchio Fattorie Garofalo per possibile presenza di Escherichia coli produttore della tossina Shiga è confermato. Il ministero della Salute ha diffuso poco meno di una settimana fa un avviso relativo a un lotto specifico, il lotto 100 con scadenza al 30 novembre 2025, di caciotta stagionata di bufala confezionata sottovuoto, che è stato ritirato dal mercato per rischio microbiologico, come evidenzia l’avviso stesso che l’Identità pubblica.

Caciotta di bufala: che tipo di formaggio è?
La caciotta di bufala campana è un formaggio a pasta molle o semistagionata prodotto con latte di bufala fresco, tipico della Campania. È un formaggio ottenuto da latte crudo o pastorizzato di bufala, noto per la sua freschezza e delicatezza ma con un sapore caratteristico e leggermente acidulo dovuto al latte di bufala.
La sua pasta è bianca, compatta, morbida e con una certa elasticità nelle versioni fresche, che può diventare più friabile e scagliosa con la stagionatura.
Si tratta di un prodotto artigianale spesso lavorato a mano, mantenuto in confezioni sottovuoto per preservare le caratteristiche organolettiche.
Dove l’hanno prodotta?
Il prodotto “attenzionato” dal ministero è stato prodotto in confezioni da 400 e 500 grammi sottovuoto dal Caseificio La Vecchia Masseria di Luigi Diana con sede in Villa Literno, per conto del marchio Fattorie Garofalo.
Fattorie Garofalo, un brand
Fattorie Garofalo è un Gruppo agricolo-caseario del Casertano con un fatturato che nel 2023 si è attestato intorno a 62 milioni di euro, in crescita del 4,3% rispetto all’anno precedente. Negli anni precedenti, il gruppo ha registrato dati di fatturato più elevati, con stime di circa 100 milioni di euro nel 2019 e circa 120 milioni di euro nel 2020, grazie anche a una forte spinta nelle vendite retail e all’export, che coprono oltre 40 Paesi.
Un Gruppo che, nel tempo, ha operato una diversificazione commerciale, non limitandosi solo alla produzione di mozzarella e derivati della filiera bufalina, ma ampliando la propria attività verso la trasformazione di materie prime, carni, salumi e anche energia da fonti rinnovabili.
Inoltre, il Gruppo gestisce una rete di punti ristoro e bistrot, chiamati “Fattorie Garofalo mozzarella bistrot” diffusi oltre i confini del territorio di partenza.
La tossina Shiga, cosa fare
Non il primo “richiamo” del genere: il ministero della Salute monitora i formaggi a latte crudo a causa della possibile presenza del batterio Escherichia coli produttore della tossina Shiga, che può causare gravi complicanze come la sindrome emolitico-uremica, specialmente nei bambini e nei soggetti vulnerabili.
La tossina Shiga è una sostanza prodotta da alcuni ceppi di Escherichia coli che può causare infezioni gravi nell’uomo, con sintomi che vanno dalla diarrea sanguinolenta fino a complicanze molto serie come la Seu, che colpisce i reni e altre funzioni vitali.
Per precauzione, quando viene emesso un richiamo per un prodotto a rischio microbiologico, è consigliato non consumare il prodotto indicato e restituirlo al punto vendita.
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