Attualità

Il Grande Gelo demografico: record negativo 2024 per la fecondità

di Cristiana Flaminio -


Il 2024 è stato l’anno più difficile per la fecondità. Una coltre gelida sul futuro demografico del Paese: il 2024 è stato (l’ennesimo…) anno nero sul fronte della natalità. Si sono registrati solo 370mila nuovi nati, diecimila culle in meno rispetto al 2023 che già, di per sé, era stato un anno buio. Il tasso di natalità, riferisce l’Istat, è sprofondato al 6,3 per mille (6,4 nel 2023) e nemmeno gli stranieri residenti in Italia fanno più figli: le nuove nascite, difatti, sono state 1.500 in meno e non raggiungono neanche quota 50mila. I parametri statistici sono aridi così come lo è diventato l’Italia. Il 2024 è l’anno in cui il tasso di fecondità è crollato a 1,18 figli per donna finendo sotto persino a quello registrato nel 1995 quando crollò a 1,19. Il Nord perde ulteriormente quota in fatto di fertilità (1,19 da 1,21) ma è al Sud (1,20 contro 1,24) dove il trend risulta più allarmante. Il commento di Gigi De Palo, presidente della Fondazione per la Natalità è crudo ma restituisce senza infingimenti la realtà: “Fino a quando la nascita di un figlio sarà una delle prime cause di povertà, non cambierà nulla a livello demografico nel nostro Paese. Non si tratta di trovare un colpevole ma servono urgentemente politiche capaci di impattare drasticamente e in maniera concreta sul tema della natalità, non bastano più bonus o parcellizzazione di bilanci nazionali”. Senza culle, l’Italia si trasforma in un Paese coi capelli bianchi. Cresce l’età media, trema l’Inps. Nel 2027 l’età pensionabile sarà ulteriormente allungata di altri tre mesi. Il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon giura che sarà l’ultimo prolungamento ma i sindacati sono infuriati.


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